Formazione

Corsi universitari per osservatori delle minacce ai giornalisti e ai difensori dei diritti umani

Questo articolo è disponibile anche in: Inglese

Questa proposta di Ossigeno è stata formulata il 14 dicembre 2018 a Palermo, da Alberto Spampinato, con questo intervento, durante il IX Incontro nazionale dei corsi di Scienza delle Comunicazioni. 

OSSIGENO 14 dicembre 2018 – L’istruzione universitaria e postuniversitaria ha il compito di formare, per il mondo dell’informazione, operatori dotati delle necessarie competenze tecnico-professionali. Allo stesso tempo ha il compito di diffondere la consapevolezza che non tutte le attività comunicative rese possibili dai mezzi tecnici e capaci di generare profitto sono legittime. 

Se ciò appare chiaro agli esperti del settore, non lo è altrettanto ai cittadini-utenti del sistema comunicativo e perfino agli operatori del mondo editoriale, giornalistico e comunicativo. Questo mondo è caratterizzato dalle ripetute e profonde innovazioni tecnologiche che hanno dato l’illusione di aver annullato ogni vincolo, anche di ordine etico e giuridico. 

Questa situazione conferisce ai Corsi in Scienze della Comunicazione una particolare responsabilità: quella di fornire con ogni insegnamento chiare e inequivocabili nozioni sugli aspetti deontologici, giuridici e normativi e di indicare ulteriori occasioni di apprendimento su questi aspetti.  

In questo quadro una maggiore attenzione, e possibilmente un insegnamento specifico, dovrebbe essere dedicato alle violazioni della libertà di stampa e di espressione, che sono davvero frequenti, numerose e incontrastate al 90 per cento, come dicono le statistiche dell’Osservatorio Ossigeno per l’Informazione, basate sulla decennale osservazione diretta del fenomeno con un metodo scientifico. 

Le analisi dell’Osservatorio dicono che molte di queste violazioni sfuggono alla percezione degli stessi addetti ai lavori in quanto non vengono individuate e riconosciute come tali. Questo sembra sia il motivo principale per il quale nove violazioni su dieci non vengono né denunciate né riferite dai mass media. 

Ma ciò che appare anche più grave è che spesso per limitare il diritto di essere informati vengono invocati pretestuosamente presunti problemi di ordine pubblico, sicurezza nazionale, segretezza degli atti. Pochi sanno che sempre più spesso ai giornalisti vengono attribuiti reati comuni, come la ricettazione, se pubblicano carte degli arcana imperii. Così il giornalista viene trattato alla stregua di un criminale comune.

Questa situazione non riguarda soltanto l’Italia, ma l’intera Europa. 

Tutto ciò non sarebbe possibile se i cittadini sapessero riconoscere, per averlo appreso a scuola, quali sono i limiti e le prerogative del diritto di informare e di ricevere informazioni. Non sarebbe possibile in una società in cui ogni cittadino fosse in grado di riconoscere queste violazioni con la stessa sicurezza con cui un tifoso di calcio sa dire se la palla sia finita fuori campo. 

Tutto ciò fa dire alle istituzioni internazionali che per difendere la libertà di informazione e il diritto di accesso alle informazioni sia indispensabile e ormai indifferibile promuovere campagne di alfabetizzazione mediatica (media literacy). 

In base a queste considerazioni, Ossigeno ha promosso una serie di seminari con Università italiane, spagnole, del Belgio e di Malta per promuovere la creazione di corsi di insegnamento permanenti per la formazione di osservatori specializzati in grado non solo di comprendere i casi di violazione della libertà di stampa, ma di riconoscere i meccanismi e i mezzi impiegati per conculcare questa libertà. Si tratta di una figura professionale nuova che presto sarà richiesta per istituire in ogni paese agenzie pubbliche per il monitoraggio delle violazioni, così come ha chiesto il Consiglio d’Europa nel 2016.  

Ossigeno ha brevettato un nuovo metodo di rilevazione, verifica e classificazione delle violazioni della libertà di stampa, una sorta di “metal detector” di quella forma subdola di censura imposta con atti violenti, con intimidazioni e abusi del diritto. Il Metodo di osservazione di Ossigeno, sperimentato in Italia nel corso degli ultimi cinque anni, si è rivelato efficace e utile ai fini di rappresentare sulla scena pubblica il fenomeno delle intimidazioni a giornalisti e blogger. 

Impiegando questo Metodo, Ossigeno ha rivelato i nomi di oltre 3700 vittime di intimidazioni e ha risvegliato l’attenzione della politica e delle istituzioni a livello nazionale e internazionale. Nel 2013 il Metodo è stato sistematizzato in modo scientifico e il manuale teorico-pratico per applicarlo è stato pubblicato e diffuso in tre lingue: italiano, inglese e francese. Attualmente esso è oggetto di studio da parte delle numerose organizzazioni istituzionali europee che presidiano la libertà di informazione e il diritto dei cittadini di essere informati.

In Italia la rigorosa attività di monitoraggio delle intimidazioni, delle violenze, degli abusi del diritto, dell’oscuramento delle notizie ha fatto sì che la questione della libertà di stampa minacciata, limitata e violata venisse in piena luce, con esplicite ammissioni di esponenti di primo piano delle istituzioni e del governo. ASP

 

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