In Cisgiordania giornalista e operatore Tg3 minacciati da coloni israeliani
Un pick-up ha bloccato la loro auto. L’inviata Lucia Goracci e dell’operatore Ivo Bonato fotografati e insultati
OSSIGENO 5 settembre 2025 – Mentre realizzavano un servizio video in diretta televisiva nelle vicinanze dell’insediamento di Carmel, sulle colline a sud di Hebron, in Cisgiordania, l’inviata del TG3 Lucia Goracci e l’operatore Ivo Bonato sono stati minacciati da alcuni coloni israeliani, che hanno suonato i clacson per disturbare il collegamento. Quando la giornalista e l’operatore sono saliti in auto per allontanarsi, uno dei coloni, armato di pistola, ha bloccato fisicamente la strada con il suo pick-up, li ha fotografati in volto e ha inveito contro di loro accusandoli di essere “bugiardi” e “amici dei palestinesi”. L’incidente è avvenuto il 29 luglio 2025.
I FATTI – Lucia Goracci si trovava nella zona per documentare l’uccisione di Awdah Athaleen nel villaggio palestinese di Umm al Khair, quando durante un collegamento in diretta televisiva è stata affrontata dal colono (vedi). “Ci ha chiuso la via d’uscita con il suo pick-up. Ha cominciato a sgommare. Alla fondina aveva una pistola”, ha raccontato la giornalista in un post su Facebook, descrivendo momenti di forte tensione mentre lei e l’operatore attendevano il collegamento televisivo.
LE REAZIONI – L’episodio ha suscitato immediate reazioni di solidarietà e condanna. La Rai ha espresso “pieno sostegno e apprezzamento per il lavoro svolto” dalla sua inviata, e ha ribadito l’impegno affinché i giornalisti possano continuare a documentare il conflitto mediorientale “in condizioni di maggior sicurezza possibile”. Per il Cdr Tg3, “Aggressioni e intimidazioni a chi tenta di fare un’informazione libera e indipendente non sono tollerabili”, mentre l’Usigrai ha commentato che quanto accaduto dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, “l’importanza del ruolo dell’inviato sul campo in un contesto di crisi come quello mediorientale”.
La Presidente della commissione di vigilanza Rai Barbara Floridia, ha definito “inaccettabile” quanto accaduto, sottolineando come l’aggressione sia “tanto grave quanto sintomatica del clima in cui sono costretti a lavorare i reporter nei territori occupati”. Floridia ha anche collegato l’episodio alle continue limitazioni imposte dal governo israeliano all’accesso dei giornalisti a Gaza, evidenziando come questo non sia “compatibile con una democrazia”. LT


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