I colleghi del Corriere ricordano Maria Grazia Cutuli uccisa 24 anni fa in Afghanistan
Un video di Matteo Persivale – La sua storia, con varie testimonianze e documentazioni, su Ossigeno-Cercavano la verità
OSSIGENO 17 novembre 2025 – Ventiquattro anni fa, il 19 novembre 2001, la giornalista Maria Grazia Cutuli, inviata del Corriere della Sera in Afghanistan, in un agguato teso a Sarobi, sulla strada per Kabul, fu trucidata con raffiche di kalashnikov. Insieme a lei furono uccisi altri tre giornalisti: Julio Fuentes, inviato di El Mundo, Harry Burton e Azizullah Haidari, corrispondenti dell’agenzia Reuters. Maria Grazia era in Afghanistan da un mese. Come gli altri giornalisti, dopo l’attentato terroristico compiuto due mesi prima, l’11 settembre, alle Torri Gemelle di New York, cercava le tracce di Osama bin Laden.
Maria Grazia aveva 39 anni. Quel giorno i lettori del Corriere della Sera stavano leggendo il suo ultimo articolo, uno scoop, pubblicato sulla prima pagina: la scoperta di un deposito di gas nervino, all’interno di una base militare di Osama bin Laden abbandonata dopo la ritirata dei talebani da Jalalabad.
Per l’uccisione della giornalista, nel 2004 le autorità afghane hanno individuato tre colpevoli, che sono stati processati e condannati.
UN VIDEO – Ossigeno per l’informazione ricorda Maria Grazia Cutuli con una ricca documentazione sul suo lavoro, sul portale dedicato ai trenta giornalisti italiani uccisi, “Cercavano la verità” www.giornalistiuccisi.it In occasione di questo anniversario inserisce nella pagina dedicata alla cronista il ricordo che ha fatto di lei Matteo Persivale, giornalista del Corriere, con un video, breve e intenso, in occasione del Premio intitolato alla giornalista promosso dalla Fondazione Corriere della Sera, assegnato quest’anno al Comitato internazionale della Croce Rossa. Un ricordo fatto di immagini che ruotano attorno allo stanzone delle riunioni della vecchia redazione Esteri del Corriere della Sera, dove c’era il grande tavolo di lavoro che lei condivideva con gli altri colleghi del settore, dove “i telefoni erano scassati, color grigio beige” e i computer erano quelli con il monitor a tubo catodico. “Quando penso a Maria Grazia e inspiro, sento ancora un vago aroma di sigaretta”, dice. E conclude: “Basta pensare a lei per trovare qualcosa da imparare e, almeno in questo senso, alla tristezza si affianca anche, per fortuna, un po’ di gratitudine” (vedi qui, dal min. 8:18 al min. 10:06)
CHI ERA – Era nata a Catania. Si occupava di politica estera alla quale si appassionò soprattutto dopo una periodo di lavoro con l’Unhcr, l’agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di rifugiati. Arrivò al Corsera nel 1997 dopo altre esperienze, come ha ricostruito Ossigeno su giornalistiuccisi.it Per lei il giornalismo era molto di più di un semplice lavoro, era l’impegno di cercare la verità delle cose, come ha detto a Ossigeno suo fratello Mario Cutuli. Sognava di fare la corrispondente da Gerusalemme. Alla memoria il Corriere le attribuì il titolo di “inviata speciale” ad honorem.
Su giornalistiuccisi.it sede si possono vedere le sue foto, fra cui quelle che le fece Raffaele Ciriello, un altro giornalista ucciso mentre faceva il suo lavoro, e quelle di Alessandro Digaetano: immagini fornite a Ossigeno dalla famiglia Cutuli. Inoltre, c’è il ricordo del fratello Mario Cutuli, che descrive come la giornalista “riusciva a essere empatica fino a sentire la sofferenza e il dolore degli altri”. C’è anche un ricordo di Giovanna Botteri, storica inviata RAI, che nel 2001 si trovava con lei in Afghanistan, e doveva essere sullo stesso convoglio in cui fu uccisa Maria Grazia. GPA


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