Faenza. Ambientalista protegge colonia di ricci. Cooperativa le chiede 50mila €
Questo articolo è disponibile anche in:
Lo Sportello Legale di Ossigeno scende in campo per difendere Linda Maggiori – I ruderi della Ghilana
OSSIGENO 17 novembre 2025 – L’attivista e giornalista faentina Linda Maggiori è accusata di simulazione di reato, calunnia, procurato allarme e diffamazione aggravata in relazione alle sue iniziative per proteggere i ricci della Ghilana, una colonia di animali di questa specie protetta, per una vicenda resa nota da ambientalisti locali e dalla stessa Linda Maggiori, che lo ha fatto esercitando il diritto di informazione in relazione a una vicenda di pubblico interesse. Una cooperativa edilizia ha querelato Linda Maggiori e le ha chiesto un risarcimento di 50 mila euro.
IL PROCESSO – Esaminati gli atti, il Pubblico Ministero ha chiesto l’archiviazione del procedimento. La persona offesa ha proposto opposizione. Il 20 ottobre 2025, davanti al Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ravenna, si è tenuta l’udienza camerale sull’opposizione alla richiesta di archiviazione.
LO SPORTELLO OSSIGENO – Linda Maggiori è difesa dall’avvocato Andrea Di Pietro su incarico dello Sportello Legale di Ossigeno, che ha deciso di sostenere Linda Maggiori fornendole assistenza legale gratuita in considerazione dell’importante impatto che questa azione legale ha sull’esercizio del diritto all’informazione e sul ruolo dell’attivismo civico. Ossigeno ritiene che le contestazioni penali — insieme alla parallela richiesta di risarcimento — debbano essere esaminate tenendo nel dovuto conto la funzione civica svolta dalla attivista rendendo pubblica una vicenda di rilevante interesse ambientale e sociale.
LA VICENDA – La storia ha inizio nella primavera del 2023, quando alcune volontarie di Faenza impegnate nella protezione della fauna selvatica locale segnalano a Linda Maggiori l’esistenza di una ricca colonia di ricci che ha trovato rifugio nelle case diroccate comprese nell’area del complesso della Ghilana, a Faenza. I ricci della Ghilana suscitano l’attenzione degli attivisti perché questi animali selvatici appartengono a una specie protetta dalle leggi italiane, secondo le quali non si possono maltrattare, cacciare né tenere in cattività
Le segnalazioni del 2023 dicevano che una colonia di questi animali viveva nei ruderi delle case della Ghilana protetti da volontari che li alimentavano in apposite mangiatoie posizionate in quel luogo.Dicevano che alcuni ricci avevano ricevuto cure veterinarie e poi erano stati liberati nella zona. Nella zona erano programmati e ormai imminenti lavori di demolizione dei ruderi. Dopo le segnalazioni ricevute, Linda Maggiori decide di rendere pubblica la questione tramite la pagina Facebook “Faenza Eco-logica” e di chiedere alla Cooperativa incaricata di eseguire quei lavori e al Comune di Faenza di posticipare le demolizioni e aspettare la fine del letargo.
LE DEMOLIZIONI – L’appello della giornalista suscita l’interessamento di alcuni consiglieri comunali e regionali, iniziative di attivisti e appelli sui social. Nonostante tutto ciò il 27 aprile 2023 la ditta incaricata avvia i lavori di demolizione. Quel giorno, Maggiori si reca sul luogo e filma le ruspe che operano sulle macerie senza adottare visibili precauzioni specifiche per tutelare la fauna lì insediata. Nelle ore successive lei riceve una serie di foto e video che mostrano tra le macerie alcuni ricci morti. Mantenendo l’anonimato della fonte di quelle immagini, lei le trasmette ai giornalisti e agli amministratori presenti alla seduta del Consiglio comunale.
LE REAZIONI – Nei giorni seguenti, la diffusione di quelle immagini genera un forte dibattito locale e tensioni istituzionali. Dopo un iter complesso, dopo aver informato i Carabinieri Forestali e la Polizia Locale, Linda Maggiori presenta denuncia contro ignoti per danno ambientale. Il 2 maggio il Centro Recupero Ricci “La Ninna”, con cui la blogger è in contatto, effettua un sopralluogo, che conferma presenza di ricci (escrementi freschi) e possibili rifugi.
Intanto il veterinario commissionato dalla ditta preleva uno dei ricci rinvenuti e lo porta ad autopsia. Secondo il referto, l’animale sarebbe morto per una patologia polmonare e non per schiacciamento, e la morte risalirebbe alle 24 ore precedenti il ritrovamento del riccio. Questa circostanza dà origine a una contro-narrazione accusatoria verso Linda Maggiori, accusata pubblicamente di aver simulato un reato o addirittura di aver collocato un riccio morto sul luogo delle demolizioni.
LA RICHIESTA DI RISARCIMENTO – Nei mesi seguenti, la Cooperativa incaricata dei lavori di demolizione le notifica una richiesta di risarcimento di 50 mila euro, accusandola di aver diffuso notizie false sulla presenza della colonia e sulla morte degli esemplari. Nei suoi confronti viene aperto un procedimento penale con le seguenti ipotesi di reato: procurato allarme, simulazione di reato, calunnia e diffamazione aggravata. Esaminati gli atti, il Pubblico Ministero ne ha chiesto l’archiviazione ma la persona offesa ha proposto opposizione.
Lo Sportello Legale di Ossigeno opera in collaborazione con Media Defence. E’ attivo in tutta Italia dal 2016 per assistere giornalisti, blogger, attivisti e semplici cittadini coinvolti in procedimenti giudiziari legati all’esercizio della libertà di informazione, alla denuncia civica e alla partecipazione pubblica (SLAPP).
Il servizio fornisce difesa legale a costo zero per gli assistiti nei casi che presentano elementi tipici delle querele temerarie, degli abusi di procedimento o delle pressioni giudiziarie sproporzionate nei confronti di chi giornalisti, blogger e altri soggetti che esercitano il diritto di informazione nell’interesse pubblico. ASP


Lascia un Commento
Vuoi partecipare alla discussione?Sentitevi liberi di contribuire!