Questo episodio rientra tra le violazioni verificate da Ossigeno per l'Informazione

SLAPP. A Pesaro un’azienda fa causa a due ambientalisti. Vuole 2 milioni di euro

Per le critiche all’ampliamento di un impianto di liquefazione di gas naturale – Un caso escluso dall’applicazione della  Direttiva UE

OSSIGENO 4 dicembre 2025 – Ecco un esempio concreto delle SLAPP alle quali in Italia non si potrà applicare la Direttiva Europea Anti- SLAPP. Essa prevede misure per contenere l’abuso di cause legali come questa, cioè promosse per limitare la partecipazione al dibattito pubblico, ma si applica soltanto alle cause trans-frontaliere, cioè a quelle in cui una delle parti non è italiana. Cause come questa, cioè quasi tutte, rimarranno escluse perché in Parlamento la maggioranza ha appena respinto la proposta di estendere l’applicazione della Direttiva alle cause non trans-frontaliere.

La società Fox Petroli Spa di Pesaro ha chiesto due milioni di euro di risarcimento per diffamazione agli ambientalisti Roberto Malini (co-presidente del gruppo EveryOne) e Lisetta Sperindei (ex consigliera comunale) con l’accusa  di avere procurato allarme nella popolazione, diffondendo notizie false e diffamatorie sulla sicurezza dei loro impianti e con un progetto avviato nel 2023 per realizzare un impianto di liquefazione di gas metano di rete (GNL). L’azienda accusa gli ambientalisti di aver condotto una campagna denigratoria e persecutoria diffondendo falsità. 

Considerando l’operato degli ambientalisti corretto, lo Sportello Legale di Ossigeno, in collaborazione con Media Defence, ha concesso loro un contributo in denaro (bonus) per contribuire alle spese della loro difesa in giudizio, che è sostenuta pro-bono dall’avvocata Pia Perricci del Foro di Pesaro. (leggi qui)

Gli accusati respingono tutte le accuse e affermano di aver agito nell’esercizio del diritto costituzionalmente garantito di segnalazione e denuncia di fatti di possibile rilevanza ambientale, in un contesto di interesse pubblico e trasparenza amministrativa e rivendicano il diritto di comunicare all’opinione pubblica i rischi ambientali da loro segnalati alle autorità con un esposto denuncia, sulla base di documenti che attestano la fondatezza dei loro rilievi. Le difesa degli ambientalisti ritiene la pretesa risarcitoria infondata e la causa attivata al solo fine di intimorire i convenuti, contestando che vi sia stata diffamazione e tantomeno calunnia. L’udienza di mediazione per tentare di chiudere la controversia con un accordo è fallita. La prima udienza della causa civile è prevista a gennaio 2026. 

Il caso ha suscitato l’attenzione di alcuni centri di osservazione nazionali e internazionali, che considerano questa causa intentata contro i due attivisti un evidente chiaro caso di SLAPP (Strategic Lawsuit Against Public Participation) secondo la definizione contenuta nella Direttiva Anti SLAPP della Commisisone Europea, ossia un’azione legale promossa per  ostacolare la partecipazione attiva dei cittadini, intimidendo singoli o gruppi che denunciano questioni di interesse pubblico. FrontLine Defenders e la rete Coalition Against SLAPP in Europe (CASE) hanno espresso sostegno agli attivisti. Il caso è stato segnalato anche all’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani.

I FATTI – Le critiche al progetto di realizzare l’impianto di liquefazione di gas metano di rete GNL nel quartiere della Torraccia di Pesaro, dove si trova già un deposito di stoccaggio di prodotti petroliferi liquidi, Nel 2023 sono state oggetto di un dibattito pubblico in cui esponenti politici e varie associazioni hanno espresso preoccupazioni riguardo al rispetto degli adempimenti amministrativi previsti, sia sull’impatto ambientale dell’intervento. 

La Fox Petroli ha sede a Pesaro, svolge attività che includono il trasporto, lo stoccaggio, la trasformazione e la commercializzazione di prodotti petroliferi. Nel 2023 ha avviato un progetto per. I due attivisti con il comitato “Pesaro: no GNL”, si sono opposti al progetto. L’8 maggio 2025, con un esposto, un “grave rischio ambientale e sanitario” presso il sito, ipotizzando contaminazioni del suolo e delle falde acquifere , in condizioni di degrado pregresse. Alcuni quotidiani e notiziari online hanno riferito le loro critiche e la Fox Petroli ha definito le accuse del tutto infondate, “e per tale ragione non solo diffamatorie, ma calunniose”.

LA SOCIETA’ ha contestato ogni contaminazione e degrado del sito e ha sostenuto che l’esposto e le dichiarazioni degli attivisti avrebbero danneggiato l’immagine dell’azienda dando per esistente ‘una situazione di grave rischio ambientale e sanitario’. Secondo Fox Petroli, nel loro esposto gli attivisti hanno affermato, “senza alcuna attenuazione probabilistica o dubitativa, che tale situazione “coinvolge in primis i lavoratori, oltreché, naturalmente la cittadinanza” (…) e hanno asserito “con totale certezza che “il sito è attualmente in stato di degrado e presenta evidenti problematiche di contaminazione, sia del suolo che delle falde acquifere””. 

Malini e Sperindei negano intenti diffamatori e sottolineano di avere “agito nell’esercizio del diritto costituzionalmente garantito di segnalazione e denuncia di fatti di possibile rilevanza ambientale, in un contesto di interesse pubblico e trasparenza amministrativa”. 

In particolare, Roberto Malini ha affermato che l’uso del termine “degrado”, utilizzato nell’esposto è  accurato e documentato. “Siamo in possesso – ha detto – di un referto del Laboratorio LAM di Calcinellio di Saltara (PU), redatto il 26 giugno 2001 dal dott. Ernesto Secchiaroli, che attesta la presenza nel terreno di idrocarburi leggeri e pesanti e di piombo, segnalando contaminazione dei suoli. A ciò si aggiungono documenti della stessa Fox Petroli, nei quali la società riconosce la necessità di bonificare l’area e conferma la presenza di serbatoi vetusti e ridotti a rottami, contenenti liquami industriali. Nessuna analisi in profondità e nessuna bonifica è mai stata eseguita da allora”. Roberto Malini ha aggiunto che, dopo una serie di loro appelli ed esposti, il Comitato Tecnico Regionale dei Vigili del Fuoco delle Marche (CTR) avrebbe negato il Nulla Osta di Fattibilità (NOF) al progetto GNL, evidenziando il rischio per la sicurezza pubblica, la vicinanza ad abitazioni e scuole e la presenza di impianti non conformi, confermando le loro critiche. Questo parere,gli esposti e le petizioni, avrebbe suscitato l’intervento del Ministero dell’Ambiente che, con una Pec inviata personalmente a Malini, avrebbe dichiarato decaduta Valutazione di impatto ambientale(VIA) già concessa al progetto. ,Il Comitato attende ora di ricevere dall’ARPAM (Agenzia Regionale per la protezione ambientale delle Marche) nuove analisi ambientali a campione effettuate sul sito dopo le sue segnalazioni.

Oltre a “Pesaro: no GNL” (leggi), hanno preso pubblicamente posizione contro il progetto ritenuto il comitato ‘Campagna Stop Gnl’ (che vedeva coinvolta l’Associazione Legambiente con Rosaria Cipolletta), l’ambientalista storica Grazia Francescato ed esponenti politici locali come Gianluca Carrabs di AVS (leggi). LT ASP

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