Memoria

3 Maggio. Un sito per sapere che persone erano i giornalisti italiani uccisi

Inaugurato da Ossigeno con l’incoraggiamento della Commissaria per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, per rendere accessibili tutte le informazioni su ognuno di loro

Per celebrare la Giornata Mondiale per la Libertà di stampa 2020 (World Press Freedom Day) promossa ogni anno dall’Unesco, Ossigeno per l’Informazione ha aperto domenica il 3 maggio 2020 il nuovo sito web “Cercavano la verità”, un archivio  monografico online dedicato alla memoria dei giornalisti italiani uccisi dal 1960 ad oggi nell’esercizio del loro lavoro. Vedi  giornalistiuccisi.it  L’iniziativa è stata realizzata con prestazioni professionali volontarie gratuite fornite dai collaboratori di Ossigeno.

La Commissaria per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatović ha inviato un messaggio a Ossigeno rallegrandosi per l’apertura del nuovo sito che, ha affermato, offre  “un’opportunità unica di vedere gli esseri umani dietro ai professionisti” dell’informazione, perché per ciascuno di coloro che sono stati uccisi mentre ‘cercavano la verità’, il sito di Ossigeno racconta la storia personale, dice “che cosa lui o lei stessero investigando e cosa è stato fatto per punire i responsabili della loro uccisione”.

“Cercavano la verità” raccoglie le storie dei giornalisti uccisi negli ultimi 60 anni dalle mafie, dal terrorismo e nei conflitti all’estero con l’intento di collegare fra loro e valorizzare le iniziative avviate nel tempo per ricordare alcuni di questi giornalisti e di rendere più facilmente reperibile ed accessibile l’informazione esistente su ognuno, con un processo aperto che continuerà nel tempo e che è stato avviato coinvolgendo direttamente anche i familiari delle vittime.

“Questo archivio, insieme al Pannello della Memoria che ritrae i loro volti, realizzato da Ossigeno – aggiunge Dunja Mijatović – ci permette di scoprire le loro vite e ci fa condividere i loro sogni, interrotti improvvisamente e prematuramente. Ci fa conoscere anche le loro famiglie e ci aiuta a comprendere che cosa abbiamo perso con la loro morte. E’ impossibile non essere profondamente commossi dal racconto di Benedetta Tobagi del suo essere cresciuta senza il padre Walter, e non essere ispirati dall’esempio di impegno civile rappresentato da Peppino Impastato. E’ possibile non sentirsi sdegnati per la mancata individuazione dei responsabili dell’uccisione di Ilaria Alpi? O non comprendere da queste vicende l’urgenza di garantire la sicurezza dei giornalisti e la libertà di informare il pubblico, anche quando questa informazione disturba chi sta al potere? Abbiamo il dovere di mantenere viva la memoria di queste persone coraggiose. Dobbiamo prendere la loro fiaccola e fare la nostra parte per illuminare gli angoli bui dove convergono corruzione, crimine e politica”.

La nuova iniziativa di Ossigeno per l’informazione è stata realizzata con il lavoro professionale di una squadra di volontari, nello spirito con cui è nata l’associazione che gestisce l’Osservatorio indipendente che creato per documentare e analizzare il crescendo di intimidazioni e minacce nei confronti dei giornalisti italiani, in particolare contro i cronisti impegnati in prima linea nella ricerca delle verità più nascoste in materia di criminalità organizzata. L’Osservatorio ha documentato 4031 casi di minacce e intimidazioni ai cronisti negli ultimi 14 anni in Italia. L’Associazione ha sviluppato questa attività insieme ad alcuni servizi di sostegno per i giornalisti e i blogger in difficoltà: un servizio di assistenza legale, un’attività di formazione permanente e un aiuto professionale concreto per rompere l’isolamento sofferto da chi subisce intimidazioni e ritorsioni a causa del proprio  lavoro.

ASP

 
Leggi il testo integrale che Dunja Mijatović ha inviato a Ossigeno per l’Informazione. 
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