Le minacce per via legale aumentano. MLDI paga la difesa a 329 giornalisti

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Che cosa ha fatto nel 2019 l’associazione no profit fondata nel 2008, che ha sede a Londra e in Italia assiste decine di cronisti in collaborazione con Ossigeno   

Nel 2019 l’associazione no profit Media Defence Legal Initiative (MDLI), che ha sede a Londra e collabora con Ossigeno per l’Informazione, ha fornito assistenza legale specialistica a titolo gratuito a 329 giornalisti e blogger di 65 paesi del mondo (fra i quali l’Italia) destinando a questa attività le somme raccolte con donazioni ad hoc. Nello stesso anno, sui 329 totali, i nuovi casi sono stati 116: mai così tanti in un solo anno dalla fondazione dell’Associazione nel 2008, 

IN CIFRE – Dei 116 nuovi casi di assistenza legale iniziati nel 2019, ben 45 sono considerati di importanza strategica perché “potenzialmente potrebbero migliorare il clima generale in cui operano i media”. In Italia, Ossigeno ha fornito assistenza legale gratuita a decine di giornalisti e blogger in difficolta grazie al sostegno di MLDI.  Vedi Altri 72 sono difese legali per situazioni di emergenza. 

Nel corso dell’anno, 16 processi sono stati seguiti da avvocati che hanno offerto la loro prestazione professionale pro-bono. Il 74% dei giornalisti assistiti ha continuato a lavorare dopo la conclusione della vicenda giudiziaria. Nel 2019 i fondi raccolti hanno raggiunto la cifra di 2,8 milioni di sterline (compresi 1,1 milioni di sterline di prestazioni pro bono e di altri servizi in natura) con un aumento del 132% rispetto al 2018. 

Senza l’aiuto di MLDI e dei suoi partner locali, questi giornalisti e blogger non sarebbero stati in grado di fare valere le loro ragioni di fronte ad azioni giudiziarie strumentali e ingiuste. Il bilancio positivo delle attività di MLDI è tracciato nel Rapporto Annuale 2019 appena  pubblicato Leggi

QUALI CASI – MLDI spiega di aver sostenuto le spese legali per giornalisti costretti ad “affrontare cause costose e complesse intentate per ridurli al silenzio”. Ormai, si legge nel rapporto, anche i rappresentati delle istituzioni fanno uso frequente di querele per minacciare gli autori di servizi giornalistici critici e per molestare professionisti dell’informazione particolarmente in vista,. “Si abusa delle leggi per la diffamazione per intimidire i media e soffocare critiche legittime nei confronti di personaggi pubblici e istituzioni”.  

I PARTNER NAZIONALI – In 13 paesi MLDI interviene in collaborazione con partner  nazionali. Il partner italiano è Ossigeno per l’Informazione.

IL CLIMA E’ PEGGIORATO – Il rapporto segnala il preoccupante aumento delle cause legali di questo tipo in tutto il mondo. 

“Il contesto in cui operiamo – sostiene MLDI – sta peggiorando. Il giornalismo indipendente è sotto minaccia come mai prima. E sempre più giornalisti spesso affrontano queste minacce da soli, senza la protezione di imprese editoriali forti o di una effettiva rappresentanza legale”.  “Una delle conseguenze della polarizzazione della vita politica nelle principali democrazie occidentali, negli Stati Uniti, in Gran Bretagna, in Italia e così via – afferma il presidente dell’MLDI, Robert Jobbins -, è un aumento del rifiuto di distinguere fra i fatti e le opinioni. In una certa misura, questo è un riflesso della migrazione massiccia del dibattito e della discussione pubblica sui social media e della documentata tendenza della crescita di comunità affini che crescono attorno a particolari punti di vista fortemente sostenuti”.

“Il giornalismo si è spostato sempre più online – aggiunge Alinda Vermeer, amministratore delegato e capo del gruppo giuridico – e sono emerse nuove minacce online. Rispondere a queste minacce in modi innovativi è stata una priorità, nel 2019. Ad esempio, estendendo il nostro supporto ai verificatori di fatti (fact-checkers) che a causa del loro lavoro ricevono minacce per via legale. In questo campo stiamo sostenendo controversie impegnative”.

LE TESTIMONIANZE – Il rapporto contiene alcune testimonianze degli assistiti più noti, fra cui quelle del giornalista americano Kelly Duda e della giornalista Raffaella Cosentino, assistiti in Italia da Ossigeno con il contributo di MLDI. 

“Di fronte all’accusa di un crimine che non ho commesso – afferma Kelly Duda – Media Defense è venuta in mio soccorso. Sono grato per il supporto legale fornito dai suoi partner. La libertà non può esistere senza libertà di parola e una stampa libera”.

““Grazie al sostegno che ho avuto – dice Raffaella Cosentino – negli ultimi tre anni non mi sono mai sentita sola o intimidita. Avere l’assistenza legale gratuita è fondamentale per i giornalisti freelance che non sono supportati da un editore”.

CASI SIGNIFICATIVI – Fra i casi legali più significativi conclusi con successo nel 2019, il rapporto segnala la causa civile avviata nel settembre 2017 da Scientology contro i giornalisti Giuseppe Borrella e Andrea Sceresini, che si erano infiltrati nella setta per documentare pratiche interne come lo sfruttamento del lavoro e pressioni psicologiche e commerciali. Seguita in collaborazione con Ossigeno per l’Informazione, la causa è stata archiviata.

FORMAZIONE DI LEGALI ESPERTI – Nel 2019 MLDI ha proseguito l’attività per la formazione degli avvocati (48 quelli interessati) esperti di informazione digitale.

GIORNALISMO ONLINE – Uno dei campi strategici dell’attività di MDLI è rappresentato dal contrasto alla miriade di minacce associate con il giornalismo digitale, con la sorveglianza online e i social media e internet in generale. Vincere cause esemplari in questo settore – osserva il rapporto – è importante per creare precedenti positivi che avranno effetti in tutta la regione in cui sono in vigore le norme, contribuendo così ad allinearle agli standard internazionali sulla libertà di espressione”.  

IL CARCERE – Un altro ambito di lavoro importante è quello dell’incarcerazione dei  giornalisti, usata dai regimi autoritari che non solo li arrestano ma li condannano a lunghe pene detentive. Nel corso del 2019 MLDI ha affiancato un’organizzazione russa, la Mass Media Defence Centre (MMDC),  e una ucraina, la Human Rights Platform (HRP) in due casi aperti davanti alla Corte europea per i Diritti umani relativi alla protezione della raccolta di informazioni e delle sue fonti. 

L’OSCURAMENTO DI INTERNET – Fra i casi affrontati, anche quelli sempre più frequenti – riferisce il rapporto – di oscuramento di Internet nell’Africa occidentale e in altre aree del continente. 

UN CASO DI CITIZEN JOURNALISM – Un caso ritenuto da MLDI di particolare importanza è inoltre quello di Elena Popa, una delle molte cittadine rumene che lavorano in Austria come badanti. La donna aveva creato un gruppo  Facebook sul quale venivano segnalati gli “intermediari disonesti”. Il gruppo aveva 24 mila partecipanti.  Dopo due anni la pagina fu chiusa e in Romania furono intentate numerose cause civili contro di lei da intermediari rumeni, per i post pubblicati sul gruppo da lei amministrato.

Dopo varie battaglie legali, nel dicembre 2019 MLDI e l’avvocato rumeno che segue la vicenda hanno portato con successo il caso di fronte alla Corte europea per i diritti umani, sostenendo tra l’altro l’argomento che Elena Popa svolgeva attività giornalistica nel pubblico interesse e che perciò aveva titolo alla protezione prevista dall’Articolo 10 della Convenzione europea per i diritti umani, che afferma il diritto alla libertà di espressione. Questo può rappresentare un caso pilota, sottolinea il rapporto, per la tutela del citizen journalism, per la protezione di gruppi sociali vulnerabili.

MLDI osserva che la vicenda giudiziaria di Elena Popa rivela la tendenza, crescente in Europa e nel mondo, di ricorrere all’autorità giudiziaria “per reprimere giornalisti, blogger, accademici e attivisti impegnati in un giornalismo attivo svolto per il pubblico interesse”. 

LB/ASP

(ha collaborato Alberto Spampinato)

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