La condanna di Nicola Cosentino e l’odissea de Il Casalese

L’ex sottosegretario dovrà scontare 10 anni – Nel 2011 chiese il ritiro del libro su di lui un risarcimento 1,2 milioni di euro

OSSIGENO 15 maggio 2023 – Nicola Cosentino è stato la ‘cerniera’ fra la politica e la camorra. È questa la verità giudiziaria definitiva stabilita dalla Corte di Cassazione che lo scorso 27 aprile 2023 ha confermato la condanna a dieci anni di carcere per concorso esterno in associazione mafiosa inflitta, il 21 luglio 2021, dalla Corte di Appello di Napoli all’ex sottosegretario all’Economia dell’ultimo governo presieduto da Silvio Berlusconi.

La sentenza è arrivata oltre dieci anni dopo i fatti contestati, a suo tempo oggetto anche di numerosi articoli di Ossigeno. (leggi in archivio)

«Nicola Cosentino ha accolto con dolore la notizia della conferma di una sentenza che ritiene ingiusta», hanno spiegato i suoi legali subito dopo il dispositivo letto dai giudici, presidente Anna Petruzzellis, relatore Calvanese.

Ossigeno ha seguito dall’inizio questa vicenda giudiziaria, perché nel 2011 si è intrecciata con le contestazioni sul piano giudiziario della pubblicazione della sua biografia non autorizzata nel libro “Il Casalese. Ascesa e tramonto di un leader politico di Terra di Lavoro”, da parte della casa editrice napoletana ‘Centoautori’, un libro di cui Nicola cosentino e i suoi legali chiesero subito il ritiro dal commercio accompagnato da un risarcimento di un milione e duecentomila euro.

In quel libro,  gli autori (i giornalisti Massimiliano Amato, Arnaldo Capezzuto, Corrado Castiglione, Giuseppe Crimaldi, Antonio Di Costanzo, Luisa Maradei, Peppe Papa, Ciro Pellegrino, Vincenzo Senatore) ricostruirono minuziosamente, la vita, i “miracoli”, le opere e l’impero politico di Nicola Cosentino.

Per raccogliere le informazione, gli autori avevano svolto  un’inchiesta alla vecchia maniera. Attraverso un’accurata indagine giornalistica  documentarono la vicinanza di Nicola Cosentino ad ambienti imprenditoriali di diretta emanazione del clan dei Casalesi. Subito dono la pubblicazione e negli anni successivi non sono state risparmiate all’editore e agli autori del ‘Casalese’ denunce e richieste milionarie di risarcimento danni, come quasi sempre accade, quando vengono pubblicate notizie vere non gradite.

All’uscita del volume, il pool di legali dell’ ex deputato e della sua famiglia chiesero al giudice un provvedimento d’urgenza  per il ritiro della pubblicazione dalle librerie di tutt’Italia e la distruzione di tutte le copie il risarcimento in solido di un milione e duecentomila euro di presunti danni. Per la cronaca, il libro non è stato mai sequestrato, è rimasto in commercio. Ma l’editore e gli autori hanno dovuto sostenere una battaglia giudiziaria lunga e costosa per far valere il diritto di raccogliere e diffondere informazioni di indubbio interesse pubblico. Una battaglia sostenuta da molti lettori che parteciparono alla lettura pubblica di brani del libro.

Durante le presentazioni pubbliche de  ‘Il Casalese’ tre avvocati della famiglia Cosentino diffidavano i titolari di librerie e circoli che ospitavano gli incontri a desistere dal promuovere e diffondere quel libro gravato da una serie di denunce.

Arnaldo Capezzuto, uno degli autori più bersagliati dagli avvocati di Cosentino, con denunce in sede penale e civile, ha così  commentato quel periodo in un post: «Nel 2011 era difficile, complicato scrivere di Nicola Cosentino, coordinatore regionale in Campania di Forza Italia, deputato e potente sottosegretario all’Economia con delega al CIPE e alla Programmazione Economica nell’ultimo Governo presieduto da Silvio Berlusconi. Avevamo visto lungo. La nostra inchiesta giornalistica è stata a 360 gradi, una ricostruzione minuziosa di quel potere che era lo spaccato dell’Italia di Berlusconi e del Berlusconismo. Abbiamo solo messo in fila i fatti, verificato le notizie e raccontato l’incredibile e ‘fortunata’ storia di un oscuro consigliere comunale di Casal di Principe che a meno di cinquant’anni si ritrovava a ricoprire il duplice incarico di uomo di Stato. Rivolgo un ringraziamento al coraggio della casa editrice ‘Centoautori’ di Pietro Valente e al curatore di quella collana ‘Fatti e misfatti’, Nico Pirozzi».

Interpretando anche il pensiero degli altri autori, Arnaldo Capezzuto ha sottolineato : «E’ chiaro che non si gioisce per la condanna a 10 anni di carcere. Non c’è assolutamente da parte degli autori, dell’editore e del curatore del libro ‘Il Casalese’ nessuna rivalsa oppure compiacimento per la pena che dovrà scontate Cosentino, che oggettivamente gli toglierà la libertà e l’affetto dei suoi familiari e amici. Questa sentenza definitiva ci racconta che occorre sostenere il giornalismo d’inchiesta e che il Parlamento dovrebbe approvare leggi a difesa dell’articolo 21 della Costituzione. I giornalisti non esercitano la professione contro qualcuno ma raccontano le verità nascoste, che si nascondono dietro il potere. Difendere il giornalismo libero è un dovere di tutti». ASP

 

 

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