Pesaro. Una querela dopo la SLAPP da 2 milioni di euro. Parlano i due ambientalisti
Le accuse sono analoghe – Oltre al processo per la causa civile, Roberto Malini e Lisetta Sperindei, ne dovranno affrontare uno penale
OSSIGENO 10 dicembre 2025 – A Roberto Malini e Lisetta Sperindei, ambientalisti di Pesaro, è stata notificata una querela dalla stessa società petrolifera Fox Petroli S.p.a. che li ha già citati in giudizio per due milioni di euro di danni, per una presunta diffamazione (leggi). Le accuse sono le stesse per cui lo Sportello Legale di Ossigeno ha deciso di erogare agli accusati un contributo in denaro per contribuire alle spese di difesa.
Qui di seguito, Roberto Malini e Lisetta Sperindei raccontano in prima persona a Ossigeno che cosa hanno provato di fronte al fatto di dover fronteggiare una SLAPP (Strategic Lawsuit Against Public Participation), nel loro caso una causa civile che ha motivazioni che appaiono pretestuose, e una richiesta di risarcimento danni per una cifra astronomica sproporzionata rispetto ai loro modesti patrimoni personali.
ROBERTO MALINI, 66 anni, è uno scrittore, editor e direttore artistico-editoriale, attualmente cura la Galleria d’arte concentrazionaria per il museo della Cittadella di Barletta). E’ impegnato nella difesa dell’ambiente e dei diritti umani da oltre 40 anni. Ha collaborato con varie istituzioni internazionali, dall’Onu, all’Unicef alla UE.
“Ho sempre svolto il mio impegno di difensore dell’ambiente – ha dichiarato a Ossigeno – nel rispetto della legge, in nome della trasparenza, della tutela ambientale e della salute pubblica. Questa richiesta di risarcimento milionaria è sicuramente configurabile come una SLAPP (Strategic Lawsuit Against Public Participation). Per me è come essere coinvolto in una catastrofe. Una simile citazione in giudizio pende su di me come una spada di Damocle, per il rischio di soccombere in tribunale e divenire debitore di una cifra che una person normale come me, con un mutuo, una famiglia, un lavoro spesso precario, può affrontare serenamente.
Come si vivono queste situazioni? La mia prima reazione è stata di sconcerto, poi sono arrivate preoccupazione, ansia e le dubbi sul mio futuro: cosa succederà alla mia casa già gravata da un mutuo, come ne soffriranno i miei affetti, il lavoro, le attività umanitarie e l’impegno civile che porto avanti da una vita? Intorno a me vedo che molti si defilano: il politico che non desidera esporsi, il giornale che teme di subire lo stesso attacco e non potrebbe reggere una citazione milionaria. Un’attivista, di fronte a un pericolo così evidente, non se la sente più di continuare. Si ritrova isolato, con accanto soltanto i pochi cittadini che non vogliono arretrare.
La SLAPP viene descritta come uno schiaffo legale, ma è molto di peggio. È un colpo sferrato con un’arma affilata, per fare tacere, per consumare lentamente le energie di chi difende l’ambiente e i diritti umani nel rispetto della legge. Ma io non voglio cedere. L’esperienza, la cultura dei diritti e una lunga pratica di azione civile mi aiutano. Ho già superato indenne tre SLAPP, nonostante lo stress e le ingenti spese legali, grazie all’assistenza dell’avvocata Pia Perricci, che ha una notevole esperienza giuridica riguardo a queste cause e difende pro bono le vittime come me. Spero che nuova direttiva europea Anti SLAPP quando entrerà vigore in Italia possa offrire qualche protezione in più anche a cause come questa. Fino ad allora chi si espone in prima linea sarà esposto all’artiglieria pesante. Questo non è degno di una democrazia matura”.
LISETTA SPERINDEI, 77 anni, pensionata di Poste Italiane, ex consigliera comunale di Pesaro ha ringraziato Ossigeno per l’interessamento alla sua vicenda e a quelle simili di tanti altri attivisti, e ha dichiarato
“Da anni – ha dichiarato – mi impegno per difendere l’ambiente e la salute nella mia città. Azioni giudiziarie, le SLAPP come questa, con richieste di risarcimento enormi, sono le esperienze più ingiuste e destabilizzanti in cui può incorrere un attivista.
“Chi difende i diritti non si sente un “eroe”, ma agisce per un bene superiore, avvalendosi del diritto di espressione e di critica civile. Se questo diritto viene intaccato a democrazia non esiste. Quando arriva una citazione di quella portata, non viene colpita solo la persona dell’attivista; vengono colpite la sua famiglia, la sua vita, la sua serenità quotidiana. Ogni scelta – una spesa, un progetto, perfino un sogno -, viene improvvisamente filtrata dalla domanda: “E se domani mi tolgono tutto?”. È una forma di violenza sottile, che non lascia lividi sul corpo, ma incide profondamente sull’intera esistenza. Penso a quante persone, di fronte a una violenza del genere, decidono semplicemente di tacere. È questo che rende le Slapp così pericolose: non cercano giustizia, cercano silenzio.
“È indispensabile una vera difesa giuridica per attivisti e giornalisti, come strumenti efficaci per riconoscere e bloccare rapidamente le cause temerarie. Chi usa la giustizia come arma intimidatoria dovrebbe risponderne, anche sul piano sanzionatorio. Continuerò a impegnarmi perché sia garantita la preziosa opera dei difensori dei diritti e dell’ambiente. La legge non può diventare uno strumento di tortura e di repressione. Il diritto alla partecipazione civile è fondamentale perché persone e territorio possano evitare di soccombere a progetti invasivi e pericolosi. Ucciderlo significa uccidere la libertà”. (a cura di Laura Turriziani)


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