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Torino. Quattro mesi al cronista che seguì i manifestanti No Tav

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Riconosciuto colpevole di “concorso in violazione di domicilio” per essere entrato negli uffici di un’azienda. I fatti risalgono all’agosto 2012

Il 9 aprile 2018 il Tribunale di Torino ha condannato a quattro mesi di reclusione, per “concorso in violazione di domicilio” il giornalista Davide Falcioni, finito sotto processo nell’ottobre del 2015 per aver seguito i manifestanti del movimento No Tav entrando insieme a loro, senza autorizzazione, all’interno degli uffici dell’azienda Geovalsusa s.r.l. di Torino.

Falcioni farà ricorso in Appello. Il giornalista, che collabora con Fanpage, ha sempre dichiarato di avere agito allo scopo esclusivo di  documentare giornalisticamente la manifestazione. I fatti risalgono ad agosto del 2012 (leggi).

“Mi sembra grave che una Procura e un Tribunale cerchino di indirizzare le modalità con le quali un giornalista acquisisce le notizie – ha detto Falcioni a Ossigeno – . Rivendico l’autonomia di un giornalismo che non deve dipendere da Questure o Procure”.

La Fnsi e l’Associazione Stampa subalpina hanno espresso solidarietà al cronista. “L’auspicio è che in Appello prevalgano le ragioni dell’articolo 21 della Costituzione”, scrivono in una nota congiunta (leggi).

RDM


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