Libertà di stampa

Giornalisti minacciati. Tre croniste serbe in visita a Ossigeno

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Sono le vincitrici del Journalism Award for Tolerance per il 2017  in vista a Roma accompagnati dalla Missione dell’OSCE in Serbia, per conoscere “buone pratiche”

Il 23 aprile il presidente e i collaboratori di i Ossigeno per l’Informazione hanno ricevuto a Roma Jovana Palić, Janya Lančar, Tamara Tankosić, tre giornaliste serbe vincitrici  nel 2017 del Premio Giornalistico per la Tolleranza (Journalism Award for Tolerance) indetto dal Commissario per le Pari Opportunità della Repubblica di Serbia.

Le giornaliste sono in visita in Italia, accompagnate da funzionari della Missione dell’OSCE in Serbia, guidata dall’ambasciatore Orizio, per visitare istituzioni statali, giornali e associazioni non governative considerate un esempio di buone pratiche sui temi della difesa del diritto all’informazione, della tolleranza e della non-discriminazione. Ossigeno è stato scelta per conoscere l’esperienza che ha maturato nel campo del monitoraggio delle intimidazioni e delle minacce ai giornalisti italiani e della promozione dell’attenzione pubblica su questo fenomeno. I rappresentanti di Ossigeno hanno presentato questa esperienza rispondendo a numerose domande. Fra l’altro, Ossigeno ha sottolineato che un monitoraggio continuativo che produce informazioni tempestive, basate su fatti verificati, fornisce quella rete di protezione pubblica primaria che soltanto le organizzazioni non-governative possono  fornire e che è necessario stendere intorno ai giornalisti, per prevenire gli attacchi più gravi o bloccarli in tempo.

I dati dei giornalisti minacciati in Serbia. Anche noi abbiamo subito minacce e intimidazioni, hanno detto le  vincitrici del premio, raccontando la loro esperienza. Inoltre hanno riferito i dati più accreditati sugli attacchi ai cronisti in Serbia. Tre le uccisioni negli ultimi vent’anni, seicento gli attacchi fisici ai giornalisti in dieci anni. La forma più comune di attacco – hanno raccontato – arriva dai politici, soprattutto tramite Internet; i colpevoli rimangono impuniti e la maggior parte dei giornalisti non denuncia le intimidazioni. Si vive e si lavora – hanno sottolineato – in un clima alimentato da minacce.

Grazia Pia Attolini


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