Alla Regione Lazio, il presidente Rocca inveisce contro Repubblica e due suoi giornalisti

In aula consiliare ha attaccato il giornale e i cronisti per articoli sulla sanità – Proteste bipartisan di parlamentari e sindacati

OSSIGENO 3 febbraio 2025 – Durante la seduta del Consiglio Regionale del 26 novembre scorso, il governatore del Lazio Francesco Rocca, ha attaccato per sette minuti il quotidiano la Repubblica e due suoi giornalisti, Carlo Picozza e Clemente Pistilli, che avevano pubblicato un fatto ammesso, sia pure a denti stretti, dallo stesso Rocca: il rinvio dell’assunzione di alcune infermiere incinte, vincitrici di concorso pubblico, a dopo il congedo per maternità. Fra l’altro, Francesco Rocca ha espresso la sua “gioia per la velocità con cui perde copie” il quotidiano Repubblica, e ne ha auspicato la chiusura.

L’intemerata del governatore del Lazio ha suscitato molte polemiche politiche e proteste degli organismi sindacali sia dei giornalisti (dal Comitato di redazione della testata alle altre articolazioni superiori) e sia del pubblico impiego, che hanno risposto alla sua provocazione con ferme prese di posizione e comunicati stampa. Alcuni parlamentari e consiglieri regionali hanno presentato interrogazioni e pronunciato condanne e critiche. Per l’Associazione stampa romana “la sortita di Rocca è stato un episodio gravissimo, che manifesta fastidio per l’informazione indipendente e il desiderio di una stampa allineata che chiede il permesso a chi amministra o governa”. Anche Massimo Giannini e Lilli Gruber a ‘Otto e mezzo’ su La7, hanno parlato dell’inopportuno attacco di Francesco Rocca ai due giornalisti.

CARLO PICOZZA – “Francesco Rocca mi ha scritto anche in privato insultando e minacciando querele, che ho respinto al mittente certo di avere le carte in regola e la coscienza a posto”, racconta a Ossigeno il giornalista. “Il governatore del Lazio ha trovato solo risposte educate ma ferme sulla irricevibilità delle sue intimidazioni: ho continuato a scrivere lo stesso giorno dei fatti per il giorno dopo, ribadendo i punti della denuncia sulle discriminazioni alle infermiere incinte vincitrici di un concorso pubblico e alle quali, per posta elettronica certificata, si comunicava che sarebbero state assunte solo dopo cinque mesi, alla fine insomma del periodo previsto per il congedo, pure obbligatorio, per maternità”. “L’infondatezza e l’iniquità dell’attacco ricevuto insieme al collega Clemente Pistilli e al mio giornale, sono state confermate dalla solidarietà e dal consenso arrivati non solo dalle associazioni di categoria dei giornalisti e del pubblico impiego – continua Picozza –, gli stessi consiglieri regionali che sono nella maggioranza di centrodestra che, con Rocca, governa la Regione Lazio, hanno sostenuto pubblicamente le mie ragioni attraverso il consigliere Angelo Tripodi di Forza Italia, con una presa di posizione pubblica”.

Dall’opposizione, in Aula, la consigliera regionale Eleonora Mattia (Pd) e altri hanno preso le difese dei due giornalisti. Ci sono state anche interrogazioni in Parlamento sul comportamento di Rocca. In particolare, come ci spiega Picozza, la deputata Marianna Ricciardi del M5S, acquisita la sua documentazione, ha presentato un’argomentata interrogazione, accompagnata da un duro intervento contro il governatore, invitato a dimettersi.

“Ringrazio voi di Ossigeno per l’attenzione, l’impegno e la vicinanza che mostrate ai colleghi fatti segno di intimidazioni – conclude Carlo Picozza -. Sono beni sempre più preziosi in una fase di imbarbarimento come questa, segnata da colpi multipli a libertà costate sacrifici e sangue di tanti giusti”. LT

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