Libertà di stampa

Basta impunità! In Belgio cresce il sentimento ostile ai giornalisti

Charlotte Michils, esperta legale indica i dati raccolti nelle Fiandre dalla Piattaforma di monitoraggio del sindacato belga fiammingo VVJ – GUARDA IL VIDEO

OSSIGENO 31 ottobre 2021 – Charlotte Michils, consulente legale del sindacato belga fiammingo VVJ, ha mandato a Ossigeno per l’Informazione il seguente messaggio, per contribuire alla discussione pubblica che avrà luogo il 3 novembre a Siracusa vedi il programma, per rispondere alla domanda: che cosa fare per fermare l’impunità per i reati contro i  giornalisti? 

È fondamentale sapere bene qualè il modo migliore di reagire agli incidenti che accadono ai giornalisti, o di prevenirli. MA a reagire non dovrebbero essere soltanto giornalisti, editori, testate giornalistiche e associazioni di giornalisti. Per affrontare queste sfide è necessario un approccio adeguato da parte del dipartimento di giustizia, della polizia e dei politici. E’ necessario anche nei paesi cche hanno una solida tradizione in materia di libertà di stampa.

Da quest’anno il Belgio è all’ 11° posto nella classifica dell’indice per la libertà di stampa. Quindi il mio Paese non è più nella Top  Ten, ma ocvviamente l’11° posto è eccellente. Che cosa significa? Che non ci sono problemi di sicurezza per i giornalisti, nessuna minaccia alla libertà di stampa? O forse che noi belgi non abbiamo il diritto di lamentarci?

Quando, all’inizio del 2019, l’Associazione fiamminga dei giornalisti lanciò la sua Piattaforma per la segnalazione degli abusi contro i giornalisti, avvenivano soltanto alcuni gravi incidenti contro i giornalisti, gravi almeno per il Belgio. Incidenti indicativi di quei tempi segnati da disordini sociali, scioperi per il clima, proteste dei gilet gialli e così via.

Da allora abbiamo presentato due rapporti annuali. Il numero degli incidenti è arrivato a 45. Fra i casi segnalati: intimidazione online e una lenta ma costante ascesa di SLAPP (cause vessatorie) contro alcuni  Internet Point a Bruxelles e ad Anversa. E accanto a questi fenomeni relativamente più recenti, anche questioni più piccole e più grandi come scontri con politici e portavoce, polizia e anche enti e persone  del settore privato.

Alla fine di maggio di quest’anno abbiamo anche fatto un sondaggio e un punto sugli incidenti in modo più attivo. Lo abbiamo fatto dopo che le minacce contro DPG Media, una delle grandi testate delle Fiandre. Minacce che hanno portato all’evacuazione della sede di DPG Media ad Anversa.

Naturalmente, bisogna sempre mettere le cose in prospettiva: quando i risultati del sondaggio sono stati pubblicati, il giornalista di cronaca nera olandese Peter De Vries era stato ucciso a colpi di pistola. Nelle Fiandre nessun giornalista è stato colpito a morte, fortunatamente. Inoltre, nessun giornalista è coinvolto in decine di cause legali a causa dei suoi reportage critici, come avviene in altri paesi dell’UE. Ma, allo stesso tempo, anche i risultati del nostro sondaggio non dovrebbero essere minimizzati. Anche una o due cause intimidatorie hanno un impatto agghiacciante su una piccola testata giornalistica o su un giornalista freelance. Ogni denuncia dovrebbe essere affrontata individualmente e politicamente. Ogni denuncia dovrebbe essere presa sul serio, anche dalla polizia.

Al sondaggio hanno risposto centinaia di cronisti. Quattro giornalisti su cinque hanno segnalato un sentimento ostile ai media in crescita. La metà dellepersone che hanno risposto ha affermato di essere stata vittima di abusi verbali o fisici, che hanno colpito soprattutto gli operatori dei media più visibili dalla gente, come le troupe televisive e i fotografi e chi si espone online.

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ASP

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