Editoriale

Bavagli. Questo 2024 partito male che però potrebbe riscattarsi

La mobilitazione di giornalisti e cittadini contro le brutte leggi, vecchie e nuove, può invertire il trend negativo degli ultimi 15 anni

OSSIGENO – 26 gennaio 2024 – Abbiamo alle spalle anni tristi per la libertà di stampa e di espressione e il nuovo anno non è nato con buoni auspici. Ma potrebbe riscattarsi con l’aiuto di noi tutti.

Il 2024 ha avuto inizio con guerre cruente che prendono piede insieme alla crescente mortificazione dei presidi più alti di pace e libertà, come le Nazioni Unite, che furono creati dopo la catastrofe della seconda Guerra Mondiale per risolvere pacificamente le controversie internazionali e difendere le libertà fondamentali. fra esse la libertà di stampa: un diritto riconosciuto sia dalla Costituzione italiana che dalla Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo e dalla Carta dellOnu. Questo diritto perciò é uno dei connotati essenziali delle democrazie realizzate e dello stato di diritto. 

All’inizio del 2024 in Italia continuano ad avanzare vecchie e nuove proposte di legge, condivise dal governo, per limitare l’accesso alle notizie e la loro pubblicazione. Molti giornalisti continuano a lavorare con contratti precari (o scaduti), paghe misere e normative che non li proteggono dai prevedibili effetti di leggi ingiuste e punitive. Moltissimi cronisti sono esposti senza alcun ombrello protettivo a una pioggia di intimidazioni, minacce azioni legali pretestuose che al 90% sono impunite e perciò alimentano l’autocensura e oscurano molte notizie.

Per mostrare con esempi concreti qual è il più grave e drammatico problema dell’informazione in Italia, Ossigeno ha contato e documentato oltre settemila di queste intimidazioni e minacce commesse dal 2006 a oggi. La situazione dunque è nota a tutti.

Di fronte a questo panorama desolante  le organizzazioni dei giornalisti hanno avviato una grande mobilitazione di protesta chiedendo al governo e alle forze politiche di fermare i nuovi “bavagli“ e di invertire la triste tendenza di questi anni.

E’ una buona notizia. Ossigeno si augura che questa mobilitazione abbia pieno successo e riesca a risolvere il problema complessivo della ingiustificabile limitazione della libertà di espressione e di informazione in questo paese in cui già molte norme e procedure ostacolano il diritto di informare e di essere informati. Aggiungere altre limitazioni invece di realizzare il dovuto bilanciamento con altri diritti, sarebbe una violazione degli obblighi dello stato di diritto, violazioni che la Commissione Europea ha cominciato a rilevare e a contestare facendone derivare conseguenze sull’accesso ai contributi comunitari. ASP

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