Libertà di stampa

Cosa faceva Viktoria, la giornalista uccisa in Bulgaria. Le indagini

Secondo alcuni era solo la conduttrice di un programma tv, ma a settembre aveva ospitato e intervistato i due giornalisti investigativi che avevano rivelato una frode sui fondi europei

Rimane ancora incerta la matrice del barbaro assassinio della giornalista bulgara, Viktoria Marinova, 30 anni, violentata e uccisa a Russe, nel nord della Bulgaria, sabato 6 ottobre 2018. Il delitto è avvenuto in un parco alla periferia della città dove la donna si era recata per fare  jogging.

Secondo il ministro dell’interno bulgaro Mladen Marinov l’uccisione non sarebbe da collegare all’attività professionale della giornalista, che era direttore amministrativo del canale televisivo privato Tvn di Russe. Secondo alcuni media europei invece la donna stava investigando su presunti abusi nell’uso di fondi del’Unione Europea.

COSA FACEVA VIKTORIA – Viktoria Marinova conduceva un programma per l’emittente locale Tvn e a fine settembre aveva ospitato e intervistato nel suo programma due reporter che erano stati fermati per il loro lavoro investigativo su sospette frodi con fondi europei.

Colleghi e amici di Viktoria Marinova hanno dichiarato che la giornalista non era una reporter investigativa, aveva soltanto fatto nella sua ultima trasmissione, a fine settembre, l’intervista ai due giornalisti, il bulgaro Dimitar Stoyanov del sito internet ‘Bivol’ e il romeno Attila Biro della Rise Project Romania, che svolgevano indagini giornalistiche per corruzione e abusi sui fondi Ue da parte della compagnia edilizia bulgara ‘Gp Group’. A seguito dei loro servizi e su segnalazione del vicepremier Tomislav Doncev, la procura di Sofia aveva avviato un’inchiesta su presunti abusi nell’utilizzo di fondi dell’Unione europea, e aveva bloccato un trasferimento bancario da parte della ‘Gp Group’ di circa 14 milioni di euro in base alla legge contro il riciclaggio di denaro.

LE INDAGINI – Lunedì 8 ottobre la polizia ha arrestato a 60 chilometri da Amburgo, in Germania, un ucraino ventunenne sospettato di essere l’assassinio. Stando alle ricostruzioni dei media, egli domenica 7 ottobre si sarebbe rifugiato da sua madre che vive e lavora in Germania. Poi la tv pubblica Bnt ha annunciato che l’ucraino con passaporto romeno sarebbe stato rilasciato avendo egli fornito un alibi. La procura di Russe ha aggiunto le tracce di sangue trovate sul luogo del delitto non sono compatibili con il suo gruppo sanguigno.

Le autorità assicurano che le indagini proseguono a pieno ritmo con l’impiego dei migliori detective e inquirenti per individuare l’assassino.

LE PROTESTE – A Sofia e in altre città ci sono state alcune manifestazioni in solidarietà della giornalista uccisa. Una quarantina di studenti in giornalismo e relazioni pubbliche dell’Università Santi Cirillo e Metodio a Veliko Tarnovo (centro) si sono radunati con lumini e candele davanti all’edificio dell’ateneo in memoria della giovane giornalista. “I problemi vanno risolti con le parole, non con il sangue” era scritto su un cartello. Per gli studenti la sicurezza e la libertà di parola dei giornalisti devono essere garantite.

Il 9 ottobre, parenti e colleghi di Viktoria a Russe hanno lanciato un appello ad avere pazienza, dicendosi convinti che la polizia sia vicina alla scoperta dell’assassino. E hanno invitato a non attuare una protesta che consisteva nel blocco del traffico su un ponte sul Danubio. L’appello che e’ stato accolto dagli organizzatori.

La Bulgaria è il fanalino di coda nella Ue in fatto di corruzione anche ai livelli alti del potere. L’impunità di politici e pubblici ufficiali è una realtà ormai cronica. E la situazione non e’ migliore per la liberta’ di stampa.
Nell’ultimo decennio, a causa dell’esistenza di un oligopolio mediatico in cui sarebbero coinvolti alcuni deputati del parlamento rumeno, nella classifica di Reporters Sans Frontieres per la libertà di stampa la Bulgaria ha subito un tracollo crollando dal 35/o posto  al 111/o nel 2018. (Fonti di agenzia)

ASP

 

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