Assistenza Legale

Diffamazione. Azienda chiede 1,5 milioni € a un piccolo giornale

Perché Ossigeno difende Il Fatto Alimentare in una causa promossa  a Venezia dalla San Benedetto (acqua minerale)

OSSIGENO 8 marzo 2024 – Ossigeno per l’Informazione ha accolto la richiesta del giornalista Roberto La Pira, direttore responsabile del notiziario online Il Fatto Alimentare, di partecipare al collegio legale che difende lui e la sua testata nella causa con la quale la società produttrice di acqua minerale San Benedetto gli chiede 1,5 milioni di danni. A causare il danno sarebbero stati due articoli che hanno raccontato come e perché l’azienda ha modificato uno spot pubblicitario televisivo interpretato da Elisabetta Canalis.

Ossigeno ha accolto l’invito del Fatto Alimentare. Pertanto l’Avv. Andrea Di Pietro, coordinatore dello Sportello Legale di Ossigeno, è entrato nel collegio di difesa del giornale assieme agli avvocati Paolo Martinello e Marco Stucchi del Foro di Milano che storicamente sono i difensori del giornale e che già si erano occupati vittoriosamente della fase cautelare d’urgenza con cui San Benedetto aveva chiesto, e non ottenuto, l’oscuramento degli articoli.

Ossigeno interviene al fianco del Fatto Alimentare poiché ritiene che questa causa offre un’occasione strategicamente importante per fare comprendere da quali gravi insidie e azioni legali bisogna difendere in Italia la libertà di espressione e il ruolo critico dei giornali.

La temerarietà del contenzioso traspare già dall’enormità del risarcimento chiesto a una piccola azienda editoriale, fra l’altro senza neppure fornire una precisa e dettagliata documentazione del danno subito.

La causa si svolge innanzi al Tribunale di Venezia ed è iniziata da pochi mesi. La procedura di mediazione obbligatoria si è conclusa senza esito positivo. La prossima udienza è fissata per il 21 marzo 2024. Gli avvocati di La Pira hanno chiesto al Tribunale di rigettare la domanda risarcitoria e di condannare la San Benedetto per lite temeraria.

I FATTI – I due articoli giornalistici da cui scaturisce l’azione legale sono quelli che hanno reso note alcune criticità che hanno indotto l’azienda produttrice a modificare uno spot televisivo che pubblicizza l’acqua minerale San Benedetto. Lo spot ha come protagonista l’attrice Elisabetta Canalis.

La pubblicità inizia con le immagini di lei al risveglio mattutino. La scena prosegue mostrando che, accortasi di avere bruciato le fette di pane inserite nel tostapane, decide di uscire senza aver fatto colazione e portando con sé una bottiglia di acqua minerale San Benedetto. Una segnalazione inviata da soggetti terzi all’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria (IAP), contesta la correttezza di questa versione originale dello spot poiché le immagini lascerebbero intendere con un messaggio subliminale che l’acqua minerale possa astrattamente sostituire la prima colazione, con effetti negativi sull’educazione alimentare e sulla salute dei consumatori. Lo IAP ha accolto questa obiezione. Il Fatto Alimentare ha chiesto precisazioni allo IAP che ha risposto comunicando che la San Benedetto si era impegnata a “elaborare una nuova comunicazione che possa superare gli aspetti critici rilevati”. Successivamente l’azienda ha effettivamente rispettato l’impegno. Lo ha fatto tagliando i primi 15 secondi dello spot ed eliminando così le parti criticate.

Secondo la San Benedetto i due articoli del Fatto Alimentare pubblicati nel mese di agosto e di ottobre 2022, quelli che hanno raccontato questa piccola vicenda, le hanno procurato un danno enorme, valutato in 1,5 milioni di euro.

Il giornale obietta che questi articoli sotto accusa (che si possono ancora leggere sul sito) non raccontano fake news, non insultano, non denigrano, sono un resoconto asciutto ed equilibrato dei fatti, né sono stati diffusi da un giornale che può vantare milioni di lettori. Essi spiegano come, in seguito ai rilievi da parte dell’Istituto di Autodisciplina Pubblicitaria, l’azienda ha deciso volontariamente di sospendere il messaggio pubblicitario originale e di modificarlo.

A distanza di 7 mesi dalla pubblicazione degli articoli, la San Benedetto ha citato in giudizio Il Fatto Alimentare, chiedendo al tribunale di Venezia il ritiro degli articoli. Nell’agosto 2023 il giudice ha respinto la richiesta. Dopo questa risposta negativa, l’azienda ha intentato un nuovo ricorso che, nel mese di ottobre 2023, è stato anch’esso rigettato.

Come non bastasse, San Benedetto ha avviato, parallelamente al percorso cautelare d’urgenza per l’oscuramento degli articoli, una causa civile vera e propria contro Il Fatto Alimentare per danni da diffamazione chiedendo il risarcimento di 1,5 milioni di euro.

Ossigeno per l’Informazione ritiene che questo tipo di cause, indipendentemente dalla loro fondatezza, già per la sola enormità dell’importo richiesto abbiano un effetto raggelante sulla libertà di espressione e d’informazione giornalistica in generale e in particolare sulla testata coinvolta. Perché?

Molti non lo sanno, ma per il solo fatto che l’ammontare dei danni richiesti sia di 1,5 milioni di euro, Il Fatto Alimentare deve mettere a budget spese legali ingenti, poiché la legge prevede che si applichi il tariffario forense, il quale prevede tariffe legali proporzionali all’importo dei danni: costi molto alti, difficili da sostenere per una piccola azienda editoriale come Il Fatto Alimentare.

Il 6 dicembre 2023, partecipando a un Convegno promosso da Ossigeno, Roberto La Pira ha raccontato pubblicamente queste difficoltà. ASP

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