Due giornalisti italiani espulsi dal Marocco, cercavano di andare nel Sahara Occidentale
Erano arrivati un mese prima con il visto turistico. Secondo le autorità avevano intenzione di di “promuovere programmi separatisti”
OSSIGENO 23 maggio 2025 – Le autorità del Marocco hanno espulso dal Paese due giornalisti italiani perché avrebbero tentato di entrare “illegalmente” a Laâyoune, città del Sahara Occidentale, regione contesa dagli indipendentisti Sahrawi. Si tratta di Matteo Garavoglia, 34 anni, giornalista freelance originario di Biella e collaboratore del Manifesto, Domani e Irpi Media, e del fotografo Giovanni Colmoni (leggi).
Secondo quanto riportato dal quotidiano marocchino online ‘Hespress’, i due reporter il 27 aprile sarebbero stati fermati dagli agenti mentre tentavano di entrare nella città a bordo di un’auto privata senza l’autorizzazione richiesta dalla polizia. Un atto definito “provocatorio, in violazione e nel disprezzo delle leggi del Paese che regolano gli ingressi dei visitatori stranieri”. Dopo il fermo, sono stati accompagnati in auto nella città di Agadir.
Secondo l‘Hespress’, non era la prima volta che i due professionisti tentavano di entrare a Laayoune “per servire ben note tesi separatiste”: quelle del “Fronte Polisario”, una organizzazione politica che rivendica l’autonomia della regione del Sahara Occidentale dal Regno del Marocco. Nel 1976 l’organizzazione proclamò la nascita della Repubblica Araba Democratica dei Sahrawi, che non è riconosciuta dalle autorità marocchine.
Matteo Garavoglia e Giovanni Colmoni sono rientrati in Italia il 29 aprile. Erano giunti in Marocco un mese prima con un visto turistico, per raccogliere testimonianze sulla difficile situazione dei dissidenti e sulla violenza delle forze di sicurezza. Non avevano nascosto di essere giornalisti e fino al momento dell’espulsione non avevano avuto problemi.
Amnesty International e altri osservatori hanno testimoniato che negli ultimi anni giornalisti, politici e membri di organizzazioni internazionali hanno avuto gli stessi problemi e sono stati espulsi dal Sahara Occidentale. LT
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