Questo episodio rientra tra le violazioni verificate da Ossigeno per l'Informazione

Violazioni verificate

Filmano discarica Aggrediti

Sono Pierpaolo Petino e Alessandro Carlos Jovane di Videoinformazioni. E’ successo a San Felice a Cancello (CE)

Due giornalisti, Pier Paolo Petino e Alessandro Carlos Jovane, dell’agenzia televisiva Videoinformazioni, il 13 gennaio 2020 sono stati aggrediti all’esterno dell’ex cava Giglio di San Felice a Cancello, in provincia di Caserta, mentre effettuavano le riprese – da fornire al Corriere Tv – di una discarica sotterranea individuata nell’area e oggetto di accertamenti da parte della Procura di Santa Maria Capua Vetere.

Ad aggredirli, colpendo Jovane con un pugno in pieno viso, è stato un giovane 21enne, figlio e nipote dei titolari di un’azienda di autotrasporti, adiacente alla cava, alla presenza della polizia metropolitana e dei vigili del fuoco, che stavano svolgendo le loro attività all’interno del sito inquinato.

Il giovane sanfeliciano si è scagliato contro i due giornalisti, incitato dal padre che proferiva insulti. Petino ha perso l’equilibrio ed è caduto a terra, mentre Jovane è stato colpito con un pugno e trasportato dal 118 all’ospedale di Maddaloni (Caserta).

L’aggressore è stato fermato dalle autorità presenti sul posto. Intanto è stata presentata denuncia per l’accaduto alla polizia metropolitana di Napoli.

IL GIORNALISTA AGGREDITO – “Erano presenti decine di persone – ricorda Petino – ma il giovane si è scagliato solamente contro i giornalisti. Ciò è sintomatico e, infatti, il punto è proprio questo: i giornalisti sono l’obiettivo perché attraverso il loro lavoro rivelano e mettono a nudo quei soggetti che, negli anni, hanno mantenuto un profilo basso; quando si accendono i riflettori dell’informazione, non possono più farlo e non possono più giocarsela solamente nelle aule di giustizia. Emergono quindi i loro veri nemici che, paradossalmente, non sono tanto le forze dell’ordine e i magistrati, quanto proprio coloro che raccontano le loro storie. E il racconto dei fatti macchia, talvolta, la loro immagine, che non possono più sfruttare”. E aggiunge: “Questo della cava di San Felice a Cancello è uno di quei famosi casi noti a tutti, rimasti in sordina per anni e poi rivelati per una circostanza fortuita. Le autorità sono entrate lì solo in quel momento, dopo 20 anni…”. Petino continua il racconto: “L’aggressore ci gridava: “Denunciami! Non mi interessa, tanto i carabinieri mi conoscono”. Da qui – precisa ancora il giornalista, che cita anche la presenza di Cesare Abbate, collega fotografo dell’Ansa, fortunatamente non soggetto all’aggressione – emerge un forte senso di impunità. La situazione è insostenibile: tanti i colleghi nel casertano minacciati”.

LE SCUSE – Il giorno dopo il giovane aggressore ha poi fatto diramare una nota con la quale ha chiesto scusa per il suo gesto. Sul punto Petino precisa: “Personalmente non ho nessun problema a perdonare e a credere che si possa essere pentito, ma il fatto che tutto quanto sia avvenuto in maniera eclatante non poteva esimerci dal presentare denuncia. Con questa sua nota prendiamo atto delle scuse e constatiamo, al contempo, che si è attribuito pubblicamente la paternità del fatto”.

SOLIDARIETA’ ai cronisti da parte delle istituzioni di categoria e della politica locale. Anche il sindaco di San Felice a Cancello, Giovanni Ferrara, ha espresso solidarietà ai giornalisti e stigmatizzato il comportamento dei suoi concittadini.

Antonino Cicero

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