Libertà di stampa

Libertà di stampa. Per Reporters, Italia 46ma e pecora nera. Ma è vero?

 

Le classifiche dei singoli paesi sono basati su sondaggi d’opinione e valutazioni non verificabili –  Le critiche di Ossigeno – Il silenzio dei giornali

OSSIGENO 7 maggio 2024 – Ogni anno l’organizzazione francese Reporters Senza Frontiere classifica i singoli paesi del mondo in base al rispetto che ognuno di essi ha della libertà di stampa. Ai primi posti indica i paesi che ritiene più virtuosi e, a seguire, quelli con più cose da farsi perdonare. Come avviene da molti anni, anche quest’anno l’Italia appare più indietro di molti paesi dell’Unione Europea vedi.

Rispetto all’anno scorso, arretra di cinque posizioni, collocandosi al 46° posto su 180 paesi classificati. E’ seguita a ruota dalla Polonia, Croazia, Romania, e a distanza da Bulgaria (59), Ungheria (67), Malta (73), Grecia (88). L’Italia appare come la pecora nera del gregge formato dal nucleo storico dell’Unione Europea.

In Italia pochi hanno dato notizia di questa nuova graduatoria. Perché? Semplicemente, ci pare di capire, perché questa classifica è considerata poco credibile, come sanno bene gli esperti della materia, che ne considerano giustificabile soltanto la parte che riguarda i paesi autoritari, dittatoriali, in grave crisi.

In quei paesi chi raccoglie apertamente informazioni sulle violazioni della libertà di stampa rischia il carcere o addirittura la vita. Perciò, per sapere come vanno le cose in quei paesi, gli osservatori devono raccogliere segretamente pareri e farne una valutazione.

Ciò che rende discutibili e poco credibili le graduatorie di RSF è il fatto che i compilatori usano lo stesso metodo (la raccolta di pareri riservati) sia per valutare paesi autoritari come la Cina e la Russia, sia come l’Italia, un paese in cui vige lo stato di diritto e, sia pure con fatica e con qualche costo, si possono raccogliere apertamente informazioni circostanziate sulle violazioni della libertà di stampa.

E questo è ciò che  fa Ossigeno, fin dal 2006, con un monitoraggio che in Italia ha consentito di raccogliere e pubblicare informazioni circostanziate su 7172 violazioni della libertà di stampa, con un monitoraggio scientifico e oggettivo (vedi). Se lo stesso monitoraggio fosse applicato negli altri paesi europei, si potrebbe dire qual è veramente il più virtuoso e qual è la pecora nera, chi ha più violazioni e chi meno. Estendere il metodo oggettivo di monitoraggio di Ossigeno a tutti i paesi UE è ciò che hanno proposto da tempo sia la Commissaria per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa, sia la divisione Media dell’Unesco.

Ossigeno ha spiegato da tempo le sue riserve sul metodo RSF leggi.  Ha spiegato che le graduatorie basate sui sondaggi d’opinione forniscono mappe imprecise e a volte sbagliate e inoltre svalutano le buone pratiche per uscire da queste diagnosi incerte.

Ossigeno ha reso note le sue critiche a Reporters dopo aver studiato la questione e dopo aver chiesto spiegazioni. I compilatori della graduatoria hanno ascoltato, ma hanno continuato come prima. Cioè con i loro sondaggi d’opinione, basandosi su ciò che gli intervistati percepiscono e comunicano loro riservatamente, e rielaborando le loro sensazioni,  senza rendere conto delle loro elaborazioni che portano a mettere un paese davanti a un altro. Questo metodo non è trasparente, non è verificabile e tantomeno è scientifico. Non aiuta chi vuole veramente difendere la libertà di stampa nel suo paese. ASP

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