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Malta. Condannate i mandanti, chiede il figlio di Daphne

Ne ha parlato al Parlamento Europeo in un incontro promosso dalla vice presidente Pina Picierno

OSSIGENO 20 ottobre 2022 – “Punire gli esecutori è il minimo che si poteva fare”, ha dichiarato Matthew Caruana Galizia, giornalista, figlio di Daphne Caruana Galizia, commentando la condanna degli esecutori materiali dell’assassinio di sua madre.

Mercoledì 9 ottobre 2022, accompagnato dai suoi familiari, Mathew ha partecipato a Strasburgo, nella sede del Parlamento europeo, alla conferenza “Difendere la libertà di stampa: il ruolo dell’Unione Europea”,  promossa dalla vice presidente Pina Picierno e alla quale hanno partecipato la presidente Roberta Metsola, la Commissaria Vera Jourova e la Commissaria per i Diritti Umani del Consiglio d’Europa Dunja Mijatovic, che oltre a rinnovargli la solidarietà hanno condiviso le sue parole.

Per fare piena giustizia, ha aggiunto Matthew Caruana Galizia, occorre perseguire e punire anche i mandanti. “L’assassinio di mia madre – ha detto – non è stato un semplice atto di intolleranza di alcune persone per la sua attività giornalistica, è stato un delitto intrinsecamente collegato alla corruzione trans-frontaliera nell’Unione europea che lei denunciava con le sue inchieste. Lei stava indagando sulla corruzione ad alto livello a Malta e per questo è stata assassinata. Perciò ci attendiamo che la giustizia arrivi a individuare responsabilità a più alto livello. Mi aspetto che le istituzioni europee imparino qualcosa dall’assassinio di mia madre. Non mi pare possibile che la giustizia si fermi alla condanna degli esecutori, con tutte le prove già raccolte”.

Poi, rispondendo a una domanda su cosa si potrebbe fare di più, ha detto che l’Unione Europea dovrebbe dotarsi di uno strumento investigativo come l’FBI per perseguire la corruzione senza fermarsi alle frontiere degli stati.

L’on. Pina Picierno ha detto che l’assassinio della giornalista maltese “ha posto delle domande all’intera Europa che deve mostrarsi ogni giorno degna di lei che è una madre fondatrice della nuova Europa”.

Fino all’assassinio di Daphne, ha detto Dunja Mijatovic, “l’Europa credeva di essere un’oasi di sicurezza per i giornalisti e non lo era. Ora l’Europa deve impegnarsi contro l’impunità, perché il clima di impunità è un ulteriore dolore per i familiari delle vittime e lascia via libera a ulteriori violenze”. ASP

IL PROCESSO A MALTA – Nei giorni precedenti, a La Valletta i fratelli George e Alfred Degiorgio, che il 16 ottobre 2017, a Malta, uccisero la giornalista Daphne Caruana Galizia facendo esplodere un’autobomba, erano stati condannati a 40 anni di carcere. Il processo si era aperto nella capitale dell’isola, venerdì 14 ottobre 2022. All’udienza erano presenti anche rappresentanti di gruppi per la libertà di stampa, fra i quali Reporter senza frontiere, il Centro europeo per la libertà di stampa e dei media, la Federazione europea dei giornalisti (leggi).

George e Alfred Degiorgio, rispettivamente di 57 e 59 anni, si sono dichiarati innocenti in apertura del dibattimento, poi nel giro di poche ore hanno cambiato versione e hanno ammesso di essere loro i sicari che, dietro compenso, hanno organizzato il piano ed eseguito l’omicidio della giornalista. La confessione è arrivata per un accordo raggiunto fra gli avvocati difensori e la pubblica accusa, che ha evitato che si applicasse loro la pena dell’ergastolo qualora fossero stati riconosciuti colpevoli. In questo modo potranno anche usufruire di sconti di pena per buona condotta. I fratelli Degiorgio dovranno inoltre pagare le spese processuali e restituire i proventi del crimine (150mila euro, come ha dichiarato George in una intervista alla ‘Reuters’, ma “avrebbe chiesto 10 milioni di euro” se avesse saputo chi era la vittima).

I COMMENTI –  “Si è aperto uno squarcio tra le nubi”, era stato il commento a caldo di Paul Caruana Galizia, uno dei figli della giornalista. “Oggi non è stata fatta giustizia, è stato fatto solo un piccolo passo. Ora avanti con quelli che hanno ordinato e pagato l’omicidio, con chi li ha protetti e quelli che hanno passato due anni facendo tutto il possibile immaginabile per cercare di insabbiare tutto”, ha commentato la presidente dell’Europarlamento, la maltese Roberta Metsola, in un post su Facebook. LT

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