Aggiornamenti

Manduria. Giornalista rifiuta condanna con decreto penale e va a processo

Nazareno Dinoi durante la pandemia ha criticato chi avrebbe “saltato la fila” per vaccinarsi contro il Covid prima di altri

OSSIGENO 7 giugno 2025 – Il giornalista Nazareno Dinoi, direttore de ‘La Voce di Manduria’, e sei suoi concittadini, fra i quali un consigliere comunale in carica e un ex consigliere del Comune di Manduria, entrambi di opposizione, sono stati condannati per diffamazione a mezzo stampa con un decreto penale del giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Taranto. La pena pecuniaria è stata differenziata, dai 1.200 ai 1.800 euro. Nazareno Dinoi e gli altri sei manduriani non hanno accettato la condanna, si sono opposti e ora affronteranno il processo per avere la possibilità di far valere le loro ragioni. Nazareno Dinoi è assistito dall’avvocato Lorenzo Bullo.

Il procedimento ha avuto inizio nel 2021 dalla querela per diffamazione presentata da Gregorio Pizzi, consigliere politico e responsabile della campagna elettorale del sindaco Gregorio Pecoraro, in relazione a un articolo pubblicato nel periodo caldo delle vaccinazioni contro il Covid e ai commenti positivi pubblicati sui social.

L’ANTEFATTO – L’articolo incriminato che ha determinato la decisione del giudice risale al periodo delle vaccinazioni contro il Covid e aveva questo titolo: “Vaccinazioni, chi salta la fila a Manduria. I più fortunati hanno trovato la dose che altrimenti sarebbe stata buttata”. Riferiva che fra i vaccinati anzitempo c’erano il sindaco Gregorio Pecoraro, il presidente del consiglio comunale con la moglie e altri componenti del suo staff. All’epoca il sindaco e la sua maggioranza non gradirono gli articoli che li avevano indicati come “furbetti del vaccino” poiché avrebbero saltato la fila rispetto agli aventi diritto, e crearono un gruppo Facebook denominato “Vuoi bene a Manduria? Non seguire più La Voce di Manduria”, con il quale si invitavano gli utenti a boicottare la testata giornalistica web di cui è direttore Nazareno Dinoi (vedi Ossigeno).

IL DECRETO DI CONDANNA – Secondo il magistrato, tale articolo avrebbe avuto “contenuti offensivi e denigratori della professionalità e dell’integrità della persona offesa, per il seguente passaggio: “Gregorio Pizzi, 67 anni, “consigliere esperto” del sindaco di Manduria, factotum e rappresentante dell’amministrazione comunale nel centro vaccinale di Via Sorani, si è vaccinato con lo Pfizer non rientrando nel target d’età stabilito dal commissario nazionale per l’emergenza pandemica”, “una presenza fissa la sua, nell’area vaccinale, mal sopportata dal personale sanitario che già un paio di volte lo ha invitato ad allontanarsi. Non sono sfuggiti a nessuno, in alcuni momenti della giornata, ingressi secondari di persone accompagnate da Pizzi che si sottoponevano alla somministrazione della dose, attraverso lo stesso canale sarebbero passati altri amministratori comunali di primissimo piano anche con moglie al seguito”.

IL GIORNALISTA – “Questa è per me la 37esima querela. Finora – ha dichiarato a Ossigeno Nazareno Dinoi, il direttore della testata ‘La Voce di Manduria – sono state tutte archiviate o sono finite con la mia assoluzione, tranne un paio ancora in corso e una condanna per una causa civile per la quale ho dovuto pagare 3mila euro di risarcimento a fronte di una  richiesta di 30mila euro. Ho dovuto risarcire un ex prefetto che amministrava il Comune di Manduria, in provincia di Taranto, nel periodo dello scioglimento dell’amministrazione comunale per infiltrazioni mafiose. Mi contestavano tutte il reato di diffamazione a mezzo stampa”.

“Questa volta – ha aggiunto – la denuncia viene da uno stretto collaboratore del sindaco in carica dello stesso Comune, che si è sentito diffamato perché nel periodo pandemico, aprile 2021, avevo scritto che si era presentato nel centro vaccinale della città per dirigere i lavori in nome di un’autorità che non gli era dovuta (non aveva cariche politiche e non era un sanitario, era solo un collaboratore del primo cittadino). Si era fatto vaccinare, non aveva il requisito dell’età allora previsto per avere una dose di Pfizer, una dose che, per sua  ammissione, sarebbe stata buttata – racconta il giornalista.

Gregorio Pizzi, il braccio destro del sindaco, aveva detto la sua in una lettera a un giornale locale: “Non regolavo alcun traffico, come erroneamente attribuitomi dall’articolista del giornale, e alla fine del turno di quel 9 aprile, quando il personale sanitario doveva andar via, mi fu chiesto dal medico se io fossi disponibile a vaccinarmi. Chiesi al medico se fosse il caso di aspettare ancora, in attesa che potesse presentarsi qualcun altro. Mi fu detto che dovevano andare via e che la dose rimasta la stavano buttando. Solo in quel momento, dopo l’ennesimo invito da parte del medico, mi resi disponibile alla vaccinazione. Non so se questo significa essere furbo”. “Unico neo che possa essermi attribuito – aveva aggiunto -, è il mio spirito collaborativo nel mettermi a disposizione di tutti per il buon funzionamento della campagna vaccinale della mia città”.

“Il pm della Procura della Repubblica e il gip del Tribunale di Taranto – ha commentato Nazareno Dinoi –  gli hanno creduto e mi hanno fatto notificare (dopo 4 anni) un decreto penale di condanna, con l’ammenda di 1800 euro senza pena sospesa, al quale mi sono opposto. Stesso decreto penale di condanna è stato notificato ai commentatori del medesimo articolo, e anche loro si sono opposti”. LT

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.