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Mino Pecorelli. Dopo 40 anni riaperte indagini

Il giornalista fu ucciso nel 1979. Ancora nessun colpevole. Nuovi accertamenti su armi sequestrate da tempo

A marzo del 2019 la Procura di Roma ha avviato una nuova indagine per scoprire i mandanti e gli esecutori dell’assassinio del giornalista Mino Pecorelli, ucciso il 20 marzo 1979, a Roma, in via Orazio, con quattro colpi di pistola. Un omicidio ancora impunito dopo 40 anni. La riapertura delle indagini era stata chiesta a gennaio del 2019 da Rosita Pecorelli, sorella del giornalista ucciso, con una istanza redatta dall’avvocato Valter Biscotti. Con essa si chiedono accertamenti balistici su alcune armi sequestrate a Monza nel 1995 a un soggetto in passato esponente di Avanguardia Nazionale. Si tratta, tra le altre, di una pistola Beretta 7,65 e di quattro silenziatori artigianali.
Nella richiesta finita all’attenzione dei pm si fa riferimento anche a una dichiarazione che l’estremista di destra Vincenzo Vinciguerra fece nel 1992 all’allora giudice istruttore Guido Salvini. Vinciguerra sosteneva di aver sentito un dialogo in carcere tra due militanti di estrema destra in cui si affermava che l’uomo, poi arrestato tre anni dopo a Monza, aveva in custodia la pistola usata per uccidere il giornalista. (Fonte Ansa)

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