Parma Calcio chiede al giornalista Gabriele Majo 50mila € di danni entro 3 giorni
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OSSIGENO 28 novembre 2024 – Il 22 ottobre 2024 il giornalista Gabriele Majo, ha ricevuto dagli avvocati della società “Parma Calcio 1913” la perentoria richiesta di cinquantamila euro di danni da versare entro tre giorni alla società a titolo di risarcimento. Il pagamento gli è stato chiesto per email, in relazione a un articolo ritenuto diffamatorio (leggi) in cui ha dato notizia di una burrascosa telefonata fra il patron della società calcistica e l’allenatore della squadra.
L’articolo contestato era stato pubblicato una settimana prima, il 14 ottobre, sulla testata online Stadiotardini.it, di cui Gabriele Majo è editore e direttore responsabile. Il “Parma Calcio 1913”, oltre a chiedere i danni, ne ha chiesto l’immediata rimozione insieme ad altri articoli a esso correlati.
Il giornalista ha respinto la richiesta, dichiarando di aver operato nel pieno rispetto della deontologia professionale, ossia verificando con fonti attendibili le informazioni raccolte, e ha affidato al suo avvocato il compito di contestare gli addebiti che sono ora oggetto di una procedura legale.
In attesa del chiarimento, per tutelarsi, Gabriele Majo ha deciso di non redigere né firmare altri articoli sulle vicende del Parma Calcio. Per la diffida, ha ottenuto la solidarietà dell’Ordine e del sindacato dei Giornalisti dell’Emilia Romagna, del Gergs (Gruppo emiliano romagnolo giornalisti sportivi) e di molti colleghi.
LA SOLIDARIETA’ DI OSSIGENO – La richiesta di risarcimento avanzata in sede stragiudiziale a un giornalista, prima ancora che egli possa giustificarsi da presunte colpe ed eventualmente ammettere le proprie responsabilità, tanto più se la richiesta quantifica i danni in ben cinquantamila euro da versare in un termine perentorio particolarmente breve, configura un comportamento eccessivamente aggressivo, idoneo a scoraggiare quel giornalista dal proseguimento del suo lavoro di cronista, dall’impegno a informare il pubblico sulle notizie di pubblico interesse. Pertanto Ossigeno per l’Informazione esprime solidarietà a Gabriele Majo e lo Sportello Legale di Ossigeno si dichiara disponibile a concorrere con un contributo alle sue spese legali.
CHI E’ – Gabriele Majo, 60 anni, è un giornalista professionista molto noto e apprezzato in Emilia Romagna nel settore dell’informazione sportiva. Attualmente è proprietario e direttore responsabile della testata online Stadiotardini.it, che si occupa di calcio e in particolare della squadra della città di Parma, la cui epopea ha raccontato per gran parte della sua carriera. Ha collaborato con diverse radio locali, con Radio Capital, Mediaset, con il quotidiano Tuttosport e altre testate.
Dal 2004 al 2009, è stato responsabile dell’ufficio stampa e comunicazione del Parma F.C., società calcistica poi fallita. Dal 2015 a dicembre 2023 (quando è stato sollevato dall’incarico) ha curato, prima, l’ufficio stampa generale e poi quello del settore giovanile e femminile della nuova società Parma Calcio 1913, quella che ha portato la squadra dalla serie D alla serie A. La proprietà a settembre 2020 è passata al gruppo americano Krause.
L’ARTICOLO CONTESTATO – “Quella tumultuosa nottata a Napoli tra KK e Pecchia per via di Cyprien”. Con questo titolo il 14 ottobre 2024 ha pubblicato l’articolo che gli è stato contestato, insieme ad altri, dai legali del Parma Calcio 1913. L’articolo racconta che la sera del 30 agosto a Napoli ci sarebbe stata una telefonata molto animata fra il Presidente del Parma Calcio, Kyle Krause, e l’allenatore Fabio Pecchia. Che avrebbero discusso della convocazione del calciatore Wilan Cyprien (sino a quel giorno molto utilizzato, ma poi messo fuori lista) per la partita che il Parma doveva disputare contro il Napoli.
I LEGALI DEL PARMA CALCIO hanno contestato a Gabriele Majo la falsità di quanto scritto a proposito della presunta telefonata e della contrastata discussione, che era stata interpretata da altri, ma non da Gabriele Majo come il preludio di un eventuale esonero dell’allenatore. Il giornalista è stato accusato di destabilizzare la guida tecnica della squadra alla vigilia di un delicato match, sebbene in quell’articolo, in quelli precedenti e in quelli successivi, viceversa, ha sempre sollecitato la Società a rinnovare il contratto in scadenza al tecnico, contratto che poi è stato prorogato proprio qualche giorno dopo l’uscita dell’articolo di Gabriele Majo su Stadiotardini.it.
COME SI DIFENDE – “Il mio ex direttore sportivo Oreste Cinquini e altri – ha raccontato Gabriele Majo a Ossigeno – mi ha ricordato questo vecchio adagio popolare: ‘male non fare, paura non avere’. Il suo messaggio mi è arrivato insieme a molti altri attestati di solidarietà, dopo che il Parma Calcio 1913 mi ha intimato di versargli 50.000 euro come risarcimento danni. Io male non ne ho fatto, checché ne pensi la mia controparte. Ma come posso ‘non avere paura’, con la spada di Damocle che mi pende sopra la testa? Cinquantamila euro sono una somma enorme per un povero giornalista disoccupato che nel corso della sua vita ha badato a impegnarsi con passione nel suo lavoro, dando tutto sé stesso, e non ad arricchirsi. E’ una cifra esagerata quella che si immagina di estorcere a un giornalista per aver raccontato in buona fede un fatto che, dopo le doverose verifiche, gli risulta realmente accaduto, non un frutto della propria perversa fantasia, cosa di cui lo si accusa. Quale sarebbe il mio movente? Secondo il fantasioso teorema di chi ha istruito la pratica, sarebbe l’aver voluto destabilizzare la guida tecnica dell’allenatore alla vigilia di una delicata partita. Peccato, però, che, nell’articolo che avrebbero voluto fosse rimosso c’era scritto, come in tutti i precedenti e in quelli successivi, uno sprone a prolungare il contratto in scadenza del mister, del quale non ho mai suggerito l’esonero. Io sono proprietario e direttore di una piccola testata giornalistica online. Per difendermi da queste accuse sono costretto a spendere somme straordinarie per le mie possibilità economiche. Invece chi mi ha diffidato può contare su una enorme potenza economica. La partita è impari. Per tutelarmi, ho deciso di ritirarmi, di auto sospendermi come si dice, di rinunciare a redigere e firmare altri articoli. Con il mio fragoroso silenzio spero di far capire che questo non è il modo giusto di confrontarsi. L’accerchiamento di un cronista attraverso il ricorso smodato agli uffici legali, non è la strada giusta da percorrere. Così semmai si spegne una voce libera, così si abbatte il pluralismo e il diritto di esprimersi garantito, in Italia, dall’articolo 21 della Costituzione. Quello che chiedo è di poter continuare a svolgere il mio lavoro senza subire intimidazioni o condizionamenti di chi ha più risorse di me da spendere in cause legali, da chi sceglie questa strada anziché instaurare un dialogo normale e civile, cosa che è sempre possibile nel rispetto delle diverse posizioni”. LT
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