Memoria

Peppino Impastato ucciso dalla mafia 47 anni fa a Cinisi. Come lo ricordiamo

Il casolare dove avvenne l’esecuzione è ora un luogo della memoria. La storia del cronista e attivista su Ossigeno-Cercavano la verità

OSSIGENO 7 maggio 2025 – Sono trascorsi quarantasette anni dall’assassinio mafioso di Giuseppe Impastato (per tutti: Peppino) ucciso il 9 maggio 1978 a Cinisi, la sua città, in provincia di Palermo, adiacente alle piste dell’aeroporto di Palermo Punta Raisi. Aveva trent’anni. Suo padre era legato alla mafia. Peppino decise di lottare lo stesso contro i mafiosi. Era un attivista politico impegnato a difendere i diritti e la libera informazione. Cronista autodidatta, creò Radio Aut, una radio locale attraverso la quale attaccò i capimafia del suo paese, ridicolizzandoli per corrodere il loro potere di intimidazione. Lo fece dai microfoni della sua radio. Fu ucciso per questo, come ha stabilito, solo 23 anni dopo, nel 2001, la Corte d’Assise di Palermo.

Il suo corpo senza vita fu ritrovato lo stesso giorno in cui l’Italia fu sconvolta dal ritrovamento, a Roma, del corpo senza vita dell’onorevole Aldo Moro, sequestrato 55 giorni prima dalle Brigate Rosse. Peppino fu ucciso per ordine dei capimafia Vito Palazzolo e Gaetano Badalamenti perché Radio Aut, il suo programma “Onda pazza”, il sarcasmo di Peppino, corrodevano la loro immagine e  minavano il consenso al loro potere.

Il corpo di Peppino fu trovato sui binari della ferrovia. Era ridotto a brandelli. I sicari mafiosi cercarono di far credere che fosse rimasto ucciso mentre preparava un attentato terroristico. Volevano farlo passare per terrorista. Furono i compagni di Peppino, sua madre Felicia e suo fratello Giovanni, insieme a giudici coraggiosi come Rocco Chinnici, a impedire che quella messinscena avesse credito. Non fu un’impresa facile.

A distanza di 47 anni, a pochi giorni dall’anniversario dell’uccisione del militante e cronista, il casolare dove avvenne l’esecuzione mafiosa, acquisito qualche anno fa dal demanio della Regione Siciliana e nel 2020 affidato alla Soprintendenza di Palermo, è stato concesso in uso gratuito a Casa Memoria “Peppino e Felicia Impastato Onlus”, in partenariato con il “Centro siciliano di documentazione Giuseppe Impastato Onlus” e con l’associazione culturale “Peppino Impastato”. Questo luogo simbolico diviene ora un importante luogo della memoria della vittime innocenti della mafia (approfondisci).

In Italia numerosi altri luoghi ricordano Peppino, che diversamente da altri giornalisti italiani uccisi, è diventato molto noto, soprattutto tra i più giovani, soprattutto perché la sua storia è stata proposta dal film “I cento passi”. Anche Ossigeno ricorda Peppino Impastato, nel Pannello murale (vedi) posto all’ingresso della Casa del Jazz di Roma, bene confiscato alla mafia, e consegnato a numerose autorità e studenti. Inoltre Ossigeno racconta la sua storia sul sito www.giornalistiuccisi.it che ricostruisce anche il lungo iter processuale per punire i colpevoli del suo assassinio e offre una ricca documentazione, tra cui il ricordo che ha fatto di lui la nipote Luisa Impastato. (leggi). Il 5 maggio, inoltre,Peppino  è stato ricordato durante il convegno “Soccorere chi subisce querele e minacce”, promosso da Ossigeno a Roma, in occasione della Giornata ONU per la libertà di stampa, in collegamento con il Giardino della Memoria a Ciaculli, Palermo (vedi).

E c’è un ricco calendario di iniziative promosse in Sicilia da Casa Mememoria (approfondisci). GPA

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