Puglia. Mastrogiovanni assolta per una querela dell’ex sindaco di Casarano
Aveva denunciato contiguità fra clan ed esponenti politici – Per un altro procedimento ha avuto una multa
OSSIGENO 9 dicembre 2025 – Il Tribunale di Lecce ha assolto con formula piena la giornalista Marilù Mastrogiovanni, direttrice del giornale Il Tacco d’Italia, dall’accusa di aver diffamato alcuni esponenti della Giunta comunale di Casarano (Lecce).
I FATTI – Nel 2017 la giornalista aveva pubblicato l’articolo intitolato “Terrore e morte: il sistema nel regno della diarchia”, in cui parlava di una contiguità tra i clan Montedoro-Potenza e alcuni esponenti politici. Gli amministratori l’avevano querelata. La denuncia penale era stata avviata dall’ex sindaco Gianni Stefàno, dall’allora ex vicesindaco Ottavio De Nuzzo (oggi sindaco) e dagli assessori Matilde Macchitella, Laura Parrotta e Marcello Torsello. Quest’ultimo qualche anno dopo, l’aveva ritirata.
LA SENTENZA del Tribunale di Lecce emessa nei giorni scorsi, otto anni dopo i fatti contestati, attesta che la giornalista ha operato correttamente, come ha dimostrato nel corso del dibattimento, mostrando le fonti giudiziarie e documentali delle sue affermazioni.
L’ALTRA QUERELA – Il Tribunale si è pronunciato anche in relazione a un altro procedimento relativo a un’altra querela dell’ex sindaco di Casarano, che aveva reagito ad alcune dichiarazioni rilasciate da Marilù Mastrogiovanni al Tg1 nel 2018 sulle misure di protezione alla quale era stata sottoposta. Rispetto a questo procedimento è stata condannata a 500 euro di multa con spese legali compensate, non menzione nel casellario e risarcimento da liquidarsi in sede civile.
LA GIORNALISTA – “Ringrazio tutti coloro che mi hanno sostenuta, a partire dall’avvocato Roberto Eustachio Sisto, dello studio FPS di Bari. Ringrazio Ossigeno per l’informazione che da anni mette all’attenzione pubblica il mio caso emblematico di vittima di querele a scopo intimidatorio. Rispetto al procedimento per il quale sono stata condannata pagare una multa, attendo di conoscere le motivazioni della sentenza. Io ho provato di avere avuto le misure di protezione di cui ho parlato dopo l’affissione del manifesto contro di me fatto affiggere dall’Amministrazione del Comune di Casarano guidata da Gianni Stefano. Quelle misure sono poi state intensificate in seguito ad altri accadimenti”. GPA


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