Assistenza Legale

Querele fra giornalisti. Sportello Ossigeno offre assistenza legale a Federico Boni

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Querelato per un tweet criticò coloro che nel 2024 non avevano partecipato a uno sciopero indetto dal sindacato giornalisti USIGRAI

OSSIGENO 3 ottobre 2025 – Lo Sportello Legale di Ossigeno, che opera in collaborazione con Media Defence, ha deciso di difendere in giudizio a proprie spese il giornalista freelance Federico Boni, pubblicista, 43 anni, querelato da due suoi colleghi giornalisti che hanno ritenuto diffamatorio il contenuto di un tweet pubblicato sul suo profilo X, lo scorso 6 maggio 2024, per esprimere la propria opinione su quanti non avevano aderito allo sciopero indetto dal sindacato giornalisti Rai. L’avvocato Andrea Di Pietro  è stato incaricato di difendere Federico Boni. 

I FATTI – Quel giorno si era svolto lo sciopero nazionale dei giornalisti Rai, indetto dal sindacato Usigrai. La giornata di protesta aveva lo scopo di interrompere l’informazione della RAI per denunciare pubblicamente alcune ingerenze del Governo Meloni nella gestione del servizio di informazione radiotelevisiva pubblico. Quel giorno, nonostante la notevole adesione allo sciopero, molti telegiornali della Rai andarono regolarmente in onda, a differenza di quanto avvenuto in passato, quando l’astensione dal lavoro costringeva a sostituire i tg con brevi notiziari letti da un giornalista autorizzato dal sindacato a lavorare senza con ciò far mancare la sua adesione allo sciopero. Questo dava ai telespettatori una rappresentazione evidente degli effetti della protesta.

IL TG DELLA SERA – Vedendo che il Tg1 della sera andava regolarmente in onda, quel giorno Federico Boni pubblicò un post sui social, scrivendo questo commento: “Quindi tutti i giornalisti visti oggi al Tg1 e Tg2 sono proni al governo Meloni. Buono a sapersi. Un coming out di massa……”. Accompagnò il testo con un fermo immagine del TG1 delle 20:30, con l’inquadratura della giornalista che in quel momento era la conduttrice. Quel post ha indotto la giornalista ritratta in quell’immagine e una sua collega a ritenersi destinatarie di offese personali e a reagire con una querela per diffamazione a mezzo stampa contro Federico Boni.

IL PROCESSO – Di conseguenza la Polizia Postale, sezione social network, sotto la supervisione della Procura competente, ha aperto un’indagine sull’autore del post. Il 20 maggio 2025 Federico Boni è stato interrogato dagli inquirenti. Ha ammesso di essere l’autore del tweet e ha spiegato che non aveva intenzione di offendere la querelante né di  prendere di mira nessuna persona in particolare, voleva fare un commento politico, esercitando legittimamente il diritto di critica a commento di un fatto insolito di rilevanza pubblica: la regolare messa in onda dei telegiornali Rai durante uno sciopero nazionale dei giornalisti dipendenti dalla Rai. Federico Boni ha sottolineato che la sua esternazione si deve collegare alle discussioni che erano in corso sui social, quel giorno, sul mancato oscuramento dei tg in seguito allo sciopero, un fatto che aveva suscitato valutazioni, critiche e dichiarazioni di molti esponenti politici.

OSSIGENO per l’Informazione ha ritenuto gli sviluppi di questa vicenda giudiziaria meritevoli di attenzione poiché essa in primo luogo riguarda le modalità con cui si sviluppa il dibattito pubblico fra i giornalisti e, più in generale, mette in discussione la possibilità di esercitare la libertà di espressione e il diritto di critica senza essere processati per le proprie opinioni. Il processo a Federico Boni offrirà l’opportunità di stabilire nuovamente quale effettivamente sia il confine che divide la critica politica dalla diffamazione, in particolare quando le critiche riguardano i giornalisti che lavorano per il servizio pubblico radiotelevisivo. La legge e la giurisprudenza considerano molto ampio il diritto di ognuno di esprimere le proprie opinioni, per garantire un dibattito pubblico libero.

LA MATERIA – A parere di Ossigeno la frase contestata rientra pienamente nel perimetro costituzionale della libertà di espressione e di critica e, fermo restando il diritto di ricorrere alle querele per i casi più gravi e controversi, vicende come questa andrebbero risolte con il confronto, con repliche e richieste di precisazioni e chiarimenti, senza scomodare e ingolfare la giustizia.  In base alla sua esperienza sull’andamento delle querele, Ossigeno prevede che il processo confermerà il principio consolidato secondo cui la critica politica può avere anche toni aspri e graffianti senza per questo costituire offesa personale. Il processo a carico di Federico Boni dunque va oltre la contrapposizione fra le persone coinvolte, riguarda il più ampio scenario delle  tensioni tra potere politico, informazione e diritto di critica e potrebbe ancora chiudersi prima di cominciare, con un chiarimento fra le parti, offrendo a tutti l’esempio di come queste questioni possono concludersi rapidamente e con reciproca soddisfazione. ASP

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