Memoria

Ricordo di Almerigo Grilz, freelance ucciso 37 anni fa da un cecchino in Mozambico

“Raccontava con onestà e rigore i conflitti dimenticati”, ricorda un suo amico di infanzia e collega. Le iniziative a Trieste e Milano. La storia su Ossigeno-Cercavano la verità

OSSIGENO 17 Maggio 2024 – Trentasette anni fa, il 19 maggio 1987, in Mozambico, il giornalista italiano freelance Almerigo Grilz fu ucciso da un cecchino mentre filmava la ritirata dei guerriglieri a Caia. Almerigo aveva trentaquattro anni. Da un mese si trovava in Mozambico dove si susseguivano gli scontri tra la Renamo (Resistenza Nazionale Mozambicana) e il Fronte di Liberazione del Mozambico (Frelimo). Viveva accanto ai guerriglieri per documentare con la sua macchina da presa la quotidianità della guerra civile che si combatteva in quei territori da anni.

“Era avventuroso e decise di andare a vedere con i suoi occhi le guerre dimenticate e di raccontarle”, ha detto il giornalista Marco Valle, suo amico di infanzia, ricordandolo lo scorso 3 Maggio al convegno di Ossigeno promosso in memoria dei giornalisti uccisi in occasione della Giornata mondiale per la libertà di stampa (vedi il video).

Almerigo Grilz era originario di Trieste. Da giovane fu un militante del Fronte della Gioventù e del Movimento Sociale. Poi, all’inizio degli Anni Ottanta, si dedicò esclusivamente al giornalismo.

La sua storia è ricostruita sul sito di Ossigeno dedicato ai trenta italiani uccisi per la libertà di stampa, “Cercavano la verità” (www.giornalisti uccisi.it). In questo sito web, insieme alle singole storie individuali, sono presenti testimonianze, fonti bibliografiche e documenti. Nella pagina di Almerigo Grilz, tra le altre cose, è possibile leggere il racconto che egli aveva scritto il giorno prima della sua uccisione. E’ tratto dal volume “La marcia dei ribelli – Diari 1986-1987. Storie di popoli dimenticati” (Spazio In Attuale Editore, 2023, 224 pagine).

IL RICORDO – “I reportage di Almerigo erano pieni di vita, intrisi di quella levità tipicamente triestina e allo stesso tempo di quella meticolosità quasi anglosassone”, ha detto Mauro Valle ripercorrendo le tappe della carriera dell’amico e collega Almerigo. “Con i colleghi e gli amici Fausto Biloslavo e Gian Micalessin fondò l’agenzia di stampa Albatros. Nel 1983 partì per l’Afghanistan; arrivò sotto i bombardamenti dei sovietici fino alle porte di Kabul. Realizzò un primo reportage, venduto a diverse testate internazionali, tra cui la BBC, avviando così una carriera luminosa, ma purtroppo breve”. In particolare Mauro Valle ha sottolineato: “Ricordo che al rientro da quel viaggio, mi disse: i mujāhidīn (combattenti nel nome di Dio, ndr) vinceranno perché godono dell’appoggio statunitense, ma poi gli americani molleranno tutto e seguirà una guerra civile terribile. Aveva così intuito ciò che i servizi segreti occidentali avrebbero capito solo dopo il crollo delle Torri Gemelle”.

“Dopo la sua morte molti gli hanno rimproverato l’antica militanza politica. Di conseguenza per molti colleghi divenne l’uomo nero del quale non parlare. Invece, diversamente da come è stato dipinto da alcuni, Almerigo ha svolto il suo lavoro con onestà e rigore, come dimostrano i suoi scritti. Finalmente ai nostri giorni si dà giustizia al ricordo di questo giornalista che credeva nella libera stampa”, ha infine detto Mauro Valle il 3 Maggio nel ringraziare Ossigeno per le iniziative che promuove sulla memoria di tutti i cronisti italiani uccisi.

LE INIZIATIVE – Il 20 Maggio, a Milano, presso il Teatro dell’Arte (Viale Alemagna 6), si svolgerà la cerimonia di premiazione della prima edizione del Premio giornalistico rivolto ai giornalisti under 40 che documentano scenari di guerra con scritti, foto o video, e promosso dall’associazione Amici di Almerigo Grilz.  La giuria comprende, tra gli altri, Giovanna Botteri, Peter Gomez, Gian Micalessin e Toni Capuozzo (approfondisci). Lo stesso giorno, presso Palazzo Lombardia (Via Galvani) è in programma l’inaugurazione della mostra multimediale “Gli occhi della guerra”, a cura dei giornalisti Fausto Biloslavo e Gian Micalessin. L’allestimento prevede un percorso tra i servizi, le interviste e le immagini tratti dai reportage del giornalista. Il percorso è stato già in mostra a Trieste presso la sede della Camera di Commercio. Sempre a Trieste, in ricordo di Almerigo, il 10 Maggio si è svolto un corso di formazione per giornalisti che ha approfondito il tema del giornalismo di guerra contemporaneo. VAR

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