Questo episodio rientra tra le violazioni verificate da Ossigeno per l'Informazione

Realizzato nell'ambito del progetto OSSIGENO M.A.P. - MONITOR ASSIST AND PROTECT, co-finanziato da GMDF (Global Media Defense Fund), il Fondo creato nell'ambito della Campagna Globale per la Libertà dei Media nel quadro del Piano d'Azione dell'ONU per la Sicurezza dei Giornalisti e la tematica dell'Impunità. Il GMDF è stato sviluppato con l'obiettivo di facilitare la libertà dei media e migliorare l'accesso dei giornalisti ad una tutela legale specializzata e sensibile alla diversità di genere. Gli autori sono responsabili della scelta e della presentazione dei fatti contenuti in questa pubblicazione e delle opinioni ivi espresse, che non sono necessariamente quelle dell'UNESCO e non impegnano l'UNESCO.

Roma. Gomma squarciata ad auto cronista RAI dopo servizio su garage

Il conduttore di ‘Mi manda Rai Tre’ pensa ad una intimidazione per avere documentato che in alcuni parcheggi privati si spostano le auto dei clienti in strada

OSSIGENO 12 dicembre 2022 – Poco prima della mezzanotte del 20 ottobre 2022, a Roma, il giornalista Federico Ruffo, che conduce il programma ‘Mi Manda Rai Tre’,  dopo un turno di montaggio al centro di produzione di cui si serve la Rai, nel quartiere Prati della capitale, è andato a ritirare la sua auto che era parcheggiata in strada. L’ha trovata con una gomma squarciata da pinze da elettricista ancora conficcate nello pneumatico.

Per il giornalista si è trattato di una chiara intimidazione dovuta alla sua attività giornalistica, probabilmente ai servizi televisivi sugli abusi di alcuni garage a pagamento (leggi) da lui realizzati per la trasmissione che conduce.

Quella stessa mattina, insieme con la troupe, tramite telecamere appositamente piazzate, aveva documentato che alcuni gestori delle rimesse, per guadagnare spazio e clienti, a volte spostavano in strada le auto che avevano già in custodia, senza evitare le multe per divieto di sosta a carico dell’ignaro proprietario.

Il giornalista ha denunciato il danneggiamento a opera di ignoti presso la Questura di Roma, due giorni dopo la scoperta del danno. Sono in corso indagini sull’episodio.

IL GIORNALISTA – “Nella mia denuncia – ha dichiarato Federico Ruffo a Ossigeno -, ho fatto presente che quella mattina, insieme con una collega e l’operatore, avevamo visitato un parcheggio a pagamento in zona Prati, e avevamo documentato con le telecamere che una parte delle vetture, una volta che il cliente era andato via, veniva spostata in strada. Gli addetti al parcheggio ci hanno accolto con aggressività. Non ci era mai capitato con altri parcheggiatori che avevamo colto sul fatto. Quando sono andato a riprendere la mia macchina, che era in sosta nelle vicinanze, ho notato la presenza in strada di uno dei parcheggiatori. Mi aveva seguito, e ha urlato: “Hai capito che non devi mandarmi in onda?”. Gli ho assicurato che avremmo oscurato i volti, ma lui, cellulare all’orecchio, ha dettato il mio numero di targa al suo interlocutore. Sulle prime ho pensato a una spacconata, poi, confrontandomi con i miei collaboratori, ho collegato il fatto che il centro di montaggio dove ci siamo recati a lavorare poco dopo non è molto distante da quel parcheggio. Forse mi hanno seguito e, conoscendo targa e modello, hanno individuato la mia macchina”.

Federico Ruffo ha subito altre intimidazioni a causa del suo lavoro. A novembre 2018, a seguito di alcune inchieste  per ‘Report’ su Rai3 (vedi Ossigeno), ignoti tentarono di incendiare la sua casa, dopo avere disegnato una croce sul muro.

LA SOLIDARIETA’ – Ossigeno per l’informazione esprime solidarietà a Federico Ruffo e a tutti i giornalisti e operatori dei media che sono in prima linea sul fronte della cronaca e perciò sono esposti a rischi di aggressioni e ritorsioni molto più di quanto lo siano i loro colleghi che lavorano all’interno delle redazioni, o altrove, sulla base di informazioni raccolte per telefono o canali telematici. Questi cronisti meritano un’assistenza rafforzata e la piena solidarietà dei loro colleghi. L’episodio mostra ancora una volta che il giornalismo che mostra ciò che accade nella realtà, è poco tollerato e merita maggiore protezione. LT

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