Memoria

Simone Camilli, cronista ucciso 9 anni fa nella Striscia di Gaza

Il ricordo del padre – Le drammatiche circostanze- La sua storia su Ossigeno-Cercavano la verità

OSSIGENO 12 agosto 2023 – Sono trascorsi nove anni dalla morte del fotoreporter romano Simone Camilli, avvenuta il 13 agosto 2014 , a Beut Lahia, nel nord della Striscia di Gaza, il territorio  palestinese sul Mar Mediterraneo sottoposto a blocco marittimo e aereo dai paesi confinanti, Israele ed Egitto. Aveva 35 anni, aveva moglie e una figlia di tre anni. Fu ucciso dalla deflagrazione di un ordigno che gli artificieri stavano disinnescando.

A Gaza, con la sua telecamera, Simone Camilli documentava le drammatiche conseguenze sulla popolazione civile delle operazioni militari condotte dalle Forze di Difesa Israeliane contro i palestinesi di Hamas e altri gruppi che controllavano la Striscia di Gaza.

Il 13 agosto era un giorno di tregua. Insieme con l’interprete Ali Shehda, Abu Afash e il fotografo dell’AP Hatem Moussa, Simone aveva deciso di filmare l’intervento di una squadra di artificieri intenti a disinnescare una delle tante bombe inesplose rimaste pericolosamente in mezzo alla gente. Con quelle drammatiche immagini, come ha ricordato suo padre, il giornalista Pier Luigi Camilli, parlando con Ossigeno, voleva far capire quale terribile minaccia per la popolazione era dovuta al lancio di bombe che non esplodevano con l’impatto ma in un secondo momento, quando qualcuno si trovata a passare e che cosa era necessario fare per evitarlo.

CHI ERA – Simone Camilli è uno dei diciassette giornalisti morti durante il conflitto nella Striscia e uno dei 66 uccisi nel mondo nel 2014. Tra i 3o giornalisti italiani uccisi ricordati da Ossigeno in ordine cronologico nel Pannelllo della Memoria è elencato insieme ad altri  diciotto cronisti uccisi in zone di crisi, mentre documentavano i conflitti e le condizioni dei civili.

Simone Camilli era un cronista audiovisivo ed ero uno studioso di storia delle religioni. La sua storia di appassionato ricercatore e coraggioso cronista è ricostruita sul sito web Ossigeno-Cercavano la verità www.giornalistiuccisi.it l’archivio online dedicato ai trenta giornalisti italiani uccisi da mafie, guerre e terrorismo, consultabile liberamente. Leggi

COME VIENE RICORDATO – Oggi il suo ricordo viene tenuto vivo dal padre, il giornalista RAI Pier Luigi Camilli, che in una conversazione con Ossigeno indica i segni tangibili di questo suo ricordo: “una targa commemorativa a Beit Lahia”, il luogo dell’incidente che causò la morte di Simone,  del suo interprete e degli artificieri che stavano cercando di neutralizzare l’ordigno inesploso. “Sono sempre molto cordiali i contatti tra noi familiari e gli amici di Simone”, ha aggiunto.

Una targa ricordo è stata apposta anche nella sede dell’ “Associated Press”, dove Simone aveva lavorato, come pure nella sede del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti.

“Dopo tanti anni si fa più vivo – dice Pier Luigi Camilli – il desiderio di lasciare un segno tangibile del percorso di un giovane studioso che aveva dedicato la sua attività e i suoi talenti a cercare di ravvicinare popoli e culture”. Per questo, ringraziando Ossigeno per il lavoro sulla memoria compiuto fino ad oggi, Pier Luigi Camilli lancia l’idea di “realizzare insieme  un evento culturale nazionale dedicato a Simone”.

Ha collaborato Maria Laura Franciosi

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