Spyware. Ciro Pellegrino (Fanpage), qui c’è qualcosa che non va
Il giornalista considera strane e preoccupanti due cose: il fatto che sono stati spiati due professionisti dello stesso giornale e il silenzio del centrodestra
OSSIGENO 31 maggio 2025 – “Qui c’è qualcosa che non va”, dice Ciro Pellegrino, capo della redazione di Napoli del quotidiano online ‘Fanpage’, il secondo giornalista italiano spiato attraverso il telefono in modo che appare illegale, come ha raccontato pubblicamente per filo e per segno a un convegno di Ossigeno, ricostruendo il modo in cui, a fine aprile 2025, ha appreso di essere stato vittima di spionaggio elettronico ‘mercenario’, come tre mesi prima il direttore del suo giornale, il giornalista Francesco Cancellato, e alcuni attivisti. Le parole testuali di Ciro Pellegrino si possono leggere più avanti, dopo alcune note di inquadramento della sua vicenda.
CHE COSA È ACCADUTO – Ad avvisare il giornalista non è stata Meta, come era accaduto nel caso di Francesco Cancellato, ma direttamente Apple, la casa costruttrice del suo smartphone, prima con una e-mail e poi con il seguente messaggio: “Apple ha rilevato un attacco spyware mercenario mirato contro il tuo iPhone. È probabile che questo attacco ti stia prendendo di mira specificamente per via della tua identità o delle tue attività”.
La società ha spiegato inoltre: “la notifica di oggi viene inviata agli utenti interessati in 100 Paesi e, ad oggi, abbiamo notificato utenti in oltre 150 Paesi in totale. Il costo elevato, la sofisticatezza e la natura globale rendono gli attacchi di spyware mercenari tra le minacce digitali più avanzate attualmente esistenti”.
Dopo un mese non è ancora chiaro se lo spyware che ha infettato il dispositivo di Ciro Pellegrino sia Graphite, il software della società israeliana Paragon utilizzato per spiare altri utenti italiani, fra cui Francesco Cancellato, gli attivisti di Mediterranea Luca Casarini e Beppe Caccia e il loro cappellano di bordo don Mattia Ferrari.
Il giornalista ha presentato un esposto-denuncia contro ignoti per capire cosa sia accaduto e perché sia finito nelle maglie di uno spyware.
Dopo questa nuova denuncia, la Procura di Napoli, che segue anche quelle precedentemente presentate presso altre quattro Procure italiane, e gli inquirenti stanno svolgendo indagini.
IL GOVERNO è stato chiamato in causa per il caso Graphite, in quanto si tratta di uno spyware che l’azienda israeliana Paragon Solutions vende esclusivamente a entità governative. Il Governo ha apposto il segreto di Stato e ha negato di avere spiato Francesco Cancellato. Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, sentito dal Copasir a fine marzo, ha ammesso che i servizi di informazione per la sicurezza sono in possesso del software israeliano, ma che il suo utilizzo segue in maniera legittima le procedure previste.
ODG E FNSI – Dopo il caso di Ciro Pellegrino, l’Ordine nazionale dei giornalisti e la Federazione nazionale della stampa hanno presentato esposti alla magistratura. “Si stanno violando le leggi italiane, quelle europee e i principi costituzionali sulla libertà di informazione – hanno detto -. Adesso arriva la prova di un secondo giornalista, sempre di Fanpage guarda caso, oggetto di spyware. Tutto questo è intollerabile e inaccettabile. Ai colleghi va la nostra solidarietà. Al governo chiediamo invece il motivo per cui su questa vicenda gravissima è stato apposto il segreto di Stato. Chiediamo a tutte le istituzioni democratiche di attivarsi per fare chiarezza e garantire la libertà di stampa, che viene messa in serio pericolo.”
LA DELEGAZIONE EUROPEA – Per valutare gli ultimi sviluppi dello scandalo dello spyware Paragon, una delegazione dei Socialisti e democratici al Parlamento europeo guidata dall’eurodeputato Pd Sandro Ruotolo ha annunciato una missione a Roma proprio in questi giorni per incontrare chi è stato colpito dallo spyware, fra cui i due giornalisti di Fanpage, i rappresentanti della Federazione nazionale della Stampa italiana (Fnsi), del sindacato dei giornalisti Rai (Usigrai), del Consiglio nazionale dell’ordine dei giornalisti e di Amnesty International. Prevista anche una visita alla Camera dei deputati e un incontro con i vertici di Copasir e Dis. LT
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IL RACCONTO DI CIRO PELLEGRINO
Ciro Pellegrino ha raccontato in prima persona la sua disavventura il 5 maggio 2025 al convegno di Ossigeno “Soccorrere chi subisce querele e minacce”, che si è tenuto in occasione della Giornata mondiale della libertà di stampa presso la Casa del Jazz di Roma. Ecco le sue parole
“Oggi sono protagonista, mio malgrado, di una vicenda che ha avuto inizio così: il 29 aprile scorso un messaggio della Apple sul mio iPhone mi ha informato che il telefono risultava quale ‘target’, cioè bersaglio di un attacco spyware, condotto con quel tipo di software che viene inserito all’interno dei cellulari o di altri dispositivi per monitorarne le attività a tutto tondo. Telefonate, messaggi, archivio, contatti, foto eccetera. Tutto. Perché ormai il telefono cellulare è la scatola nera della nostra esistenza – ha detto Ciro Pellegrino.
“Quando gli spyware vengono utilizzati lecitamente, dalle Procure e dalle forze di polizia per monitorare determinate situazioni, l’intercettato ha una serie di garanzie. A un certo punto, conclusa l’attività di indagine, l’intercettato lo viene a sapere e non dalla Apple, com’è accaduto a me.
“Quando ti avvisa un costruttore di telefoni o un servizio di messaggistica come Whatsapp, come nel caso del mio direttore Francesco Cancellato, che è stato avvisato in questo modo dal gruppo Meta, ciò avviene per segnalare che si è vittime di una intrusione illegale. Finora in Italia di intrusioni ai danni di giornalisti ne abbiamo potuto contare solo queste due, e tutte e due nello stesso giornale, il nostro Fanpage. E’ una coincidenza molto strana.
“Per il mio caso sono in corso indagini per accertare il nome di questo spyware, da quanto tempo qualcuno si era messo in posizione di ascolto e cosa stava cercando di fare. Il nome dello spyware utilizzato è importante perché, come dice Apple, questi strumenti estremamente potenti costano milioni di euro e non servono per svuotarti il conto corrente: vengono utilizzati per target molto specifici. Quindi è probabile che io sia stato attaccato per la mia identità (di giornalista) e per quello che faccio, mi dice Apple.
“Io sono giornalista professionista da 20 anni e lavoro a Fanpage da 15 anni. Questi di certo sono elementi interessanti (della mia identità).
“Nel caso del mio direttore Francesco Cancellato hanno scoperto che è stato utilizzato lo spyware Graphite, del gruppo israeliano Paragon, che è in uso anche a vari Governi. In Italia l’autorità delegata ai servizi di sicurezza (quella che autorizza intercettazioni a scopo di indagini preventive per difendere la sicurezza pubblica, ndr) è il sottosegretario Alfredo Mantovano, che per il caso Cancellato ha detto che dal governo italiano non sono mai stati spiati dei giornalisti. Al COPASIR ci sono state audizioni secretate, e per quel poco che abbiamo saputo non si è cavato un ragno dal buco. Morale della favola, due giornalisti e vari cittadini in Italia, stando a quanto sappiamo fino a questo momento, sono stati spiati da uno spyware militare e da uno spyware mercenario, e non sappiamo perché.
“Il primo problema che si pone è di cyber sicurezza, perché due cittadini italiani, due giornalisti, sono stati spiati. Il secondo problema riguarda la nostra professione per il fatto che si tratta di due giornalisti dello stesso giornale, Francesco Cancellato a gennaio e io alla fine di aprile. E’ presumibile che siamo stati controllati nello stesso periodo, ma non ne abbiamo ancora la certezza.
“Ma chi è che ci deve dare risposte? Chiaramente i servizi di informazione italiani potrebbero cominciare, se non a confermare, almeno a smentire: a dire sei stato spiato, oppure non sei stato spiato.
“Devo dire che su questa cosa abbiamo avuto grande solidarietà e c’è stata grande reattività sia dagli enti di categoria e dai colleghi, sia dai lettori e dalle lettrici di ‘Fanpage’. Ci fa molto piacere. Però sul piano politico le posizioni sono state divergenti: una parte politica ha parlato e un’altra se ne è stata completamente zitta.
“Faccio il giornalista da quando avevo 20 anni e oggi ne ho 48 (mi conoscono tutti), eppure neanche gli esponenti locali del centrodestra, quelli che io conosco da una vita, mi hanno espresso solidarietà. Sembra quasi che ci sia una consegna del silenzio da parte del centrodestra italiano. Neanche quelli che stanno ai livelli più bassi della catena politica, tipo i consiglieri comunali (io mi occupo principalmente di cronaca di Napoli e qui lavoro), hanno detto nulla. Bastava dare un cenno di solidarietà.
“È una cosa strana e preoccupante.
“Non voglio accusare nessuno senza avere le debite prove. Segnalerò tutto alla magistratura, ma ritengo molto, molto preoccupante che da una certa parte politica ci sia stata la consegna del silenzio. Si è parlato tanto e pure a sproposito sull’utilizzo di questi strumenti di intercettazione nel caso di inchieste di camorra e di mafia e poi, quando i bersagli sono i giornalisti, improvvisamente cala il silenzio?
“Questo è il problema centrale, se stiamo facendo un po’ di rumore su questa vicenda non è per metterci sotto i riflettori. Personalmente ne farei volentieri a meno, è per ricordare alle persone che qui c’è qualcosa che non va”, ha concluso il giornalista.
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