Libertà di stampa

Torino. A ‘La Stampa’ la minaccia ai giornalisti più grave degli ultimi 20 anni

E’ senza precedenti l’alto numero degli aggressori e dei minacciati e la devastazione della sede di un importante quotidiano nazionale

OSSIGENO 16 dicembre 2025 – L’irruzione nella redazione del quotidiano La Stampa avvenuta il 28 novembre 2025, quando un centinaio di manifestanti ha rivolto minacce esplicite a singoli giornalisti e all’intera redazione, ha sparso letame, ha devastato i locali, è la minaccia più grave rivolta ai giornalisti in Italia negli ultimi vent’anni.

E’ la più grave da quando, nel 2006, l’Osservatorio Ossigeno per l’Informazione ha cominciato a documentare con continuità le violenze, gli abusi e altri atti ingiustificabili compiuti allo scopo di ostacolare la libertà di stampa e di espressione, di imbavagliare i giornalisti che fanno correttamente il loro lavoro, per impedire loro di fornire ai cittadini determinate informazioni su fatti rilevanti che riguardano la vita pubblica. Da allora Ossigeno ha documentato minacce di questo tipo nei confronti di oltre ottomila giornalisti. Ma nessuno di questi episodi ha avuto una dimensione paragonabile a questa.

L’episodio di Torino non è un fulmine a ciel sereno. E’ arrivato in un crescendo di intimidazioni. Ed è la riprova che il problema delle intimidazioni rivolte ai giornalisti si sta aggravando. Lo aveva mostrato già, qualche settimana prima, il gravissimo attentato a Sigfrido Ranucci. Aveva documentato il crescendo, due mesi fa, l’ultimo Rapporto periodico di Ossigeno per l’informazione (leggi) segnalando l’aumento del 78% delle intimidazioni nel primo semestre del 2025 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Questo degenerare della situazione dice che le modalità con cui viene fronteggiato il problema non sono sufficienti. Non si può fronteggiare un fenomeno epidemico di tale natura nascondendolo, minimizzandone la portata, rinviando ogni possibile rimedio, non attuando contromisure da tempo note (alcune indicate e più volte considerate urgenti dallo stesso Parlamento), da ultimo, circoscrivendo l’applicazione della Direttiva Anti- SLAPP dell’Unione Europea a pochi casi transfrontalieri invece di estenderla a tutte le cause civili e penali, come sarebbe necessario. Non si può fermare la degenerazione senza cominciare a contestare l’interruzione di pubblico servizio per chi aggredisce un giornalista impedendogli di fare il suo lavoro. L’aggressione a La Stampa ci dà l’occasione per riflettere e modificare l’attuale modo di affrontare il problema.

Ossigeno esprime piena solidarietà ai giornalisti del quotidiano torinese e personalmente al direttore de La Stampa. Nel condannare questo atto di censura violenta ricorda che i giornalisti hanno il diritto e il dovere di pubblicare tutte le informazioni di interesse pubblico.

L’episodio dell 28 novembre 2025 a Torino non ha precedenti sotto i seguenti profili: 1) la modalità dell’irruzione illegale in una redazione giornalistica di rilievo nazionale; 2) la devastazione; 3) la dimensione collettiva della minaccia, diretta a 120 operatori dell’informazione; 4) il numero di coloro che hanno attuato la minaccia.

Viviamo in un paese in cui ogni anno, da decenni, migliaia di giornalisti subiscono minacce e intimidazioni violente o per via legale a causa del loro lavoro, in cui Ossigeno ha documentato ottomila di questi episodi, in cui 29 giornalisti vivono sotto scorta, in cui la libertà di espressione è minacciata ogni giorno.

E’ preoccupante vedere che le autorità di sicurezza non siano riuscite a prevenire l’irruzione del 28 novembre 2025, nonostante le recenti minacce e le pressioni intimidatorie rivolte a quel giornale fossero ripetute, note e reali.

E’ preoccupante vedere che non si riesce ancora a fare comprendere a tutti che nel nostro paese i giornali e i giornalisti meritano rispetto e protezione per la funzione essenziale che svolgono per la collettività, per la vita democratica e per il dibattito pubblico. Certamente possono essere criticati motivatamente su come svolgono il loro lavoro, nel libero confronto delle opinioni, ma mai con la violenza, come avveniva durante il ventennio della dittatura fascista.

In Italia lo Stato ha l’obbligo di difendere la libertà di stampa e di espressione e di proteggere i giornali e i giornalisti. Deve farlo più attivamente, nell’interesse dei cittadini, i quali – vogliamo ricordarlo – hanno il diritto di essere informati correttamente e perciò dovrebbero essere più attivamente solidali con i giornalisti che frequentemente subiscono violenze e abusi da parte di gruppi e persone che vorrebbero impedire che essi forniscano correttamente quel servizio pubblico, quell’infrastruttura essenziale della democrazia che è l’informazione giornalistica plurale e indipendente. ASP

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