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Violazioni verificate

Tre volte i ladri a casa Trocchia. Morra: protezione

Dal 2015 e il giornalista è protetto da una misura di vigilanza. Il Presidente della Commissione Antimafia chiede di “fare chiarezza”

Il giornalista Nello Trocchia, inviato di Piazzapulita, nel giro di 16 mesi ha subito tre furti nella sua casa in provincia di Napoli, in cui vivono i suoi genitori.

L’ultima intrusione c’è stata il 6 luglio 2019. In casa non c’era nessuno. I ladri hanno portato via un computer contenente dati e informazioni che il giornalista ha definito importanti per le sue inchieste.

Nello Trocchia si occupa soprattutto di criminalità organizzata, malaffare e politica.
Oltre ai furti, ha segnalato due strani episodi che si sono verificati nello stesso periodo. Qualcuno ha citofonato e invece di dire il suo nome è scappato. E’ successo due volte.

Il giornalista è protetto da una vigilanza attiva delle forze dell’ordine dal 2015, in seguito alle frasi minacciose di un boss della criminalità organizzata, intercettate dagli investigatori. “A quel giornalista gli spacco il cranio”, aveva detto, commentando alcuni articoli di Trocchia pubblicati dal Fatto Quotidiano.
Dopo il terzo furto, il presidente della Commissione Antimafia, Nicola Morra, ha chiesto “maggiore attenzione per l’incolumità di Nello Trocchia e la sua famiglia. Al momento – ha detto al Fatto Quotidiano – è sottoposto a vigilanza attiva, eppure la sua abitazione nella zona di Nola è stata oggetto di continui furti. Chiedo alla Prefettura competente e al ministero dell’Interno di attivarsi. Deve essere chiarita la situazione immediatamente ma comunque bisogna tutelare il giornalista Trocchia con particolare attenzione”. 
In risposta all’interrogazione parlamentare presentata dall’onorevole Ernesto Magorno che, nel 2015, aveva chiesto quali misure il governo intendesse adottare per proteggere il giornalista, i rappresentanti dell’esecutivo hanno risposto che la vigilanza per Trocchia, è stata disposta nel 2015 presso la sua casa di famiglia nel napoletano, presso il domicilio del giornalista a Roma e presso la sede del Fatto Quotidiano.
Nonostante queste misure di protezione, in questi anni Trocchia è stato più volte aggredito mentre realizzava i suoi servizi. Tra le aggressioni subite, una a Roma, da parte di esponenti del clan Casamonica, una a Foggia, mentre stava realizzando un’inchiesta sulle infiltrazioni mafiose nell’area del Gargano.

RDM

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