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Video. I dati di Ossigeno letti a Festival Sanremo

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Li ha citati Emma D’Aquino nel suo monologo sulla libertà di stampa e sui rischi dei giornalisti che cercano verità scomode – Commento di Ossigeno

“Andate a vedere i dati di Ossigeno per l’Informazione sulle querele intimidatorie in Italia”, ha detto, il 5 gennaio 2020, dal palco del Teatro Ariston, la giornalista Emma D’Aquino, conduttrice del Tg1 Rai. (Rivedi)

Lo ha detto ai cinque milioni di telespettatori in ascolto per seguire la seconda serata del Festival della Canzone Italiana 2020. Lo ha detto a notte inoltrata, nel corso di un monologo di cinque minuti, che è stato molto applaudito.

La giornalista ha citato le cifre più eloquenti che mostrano quanto sia frequente l’uso della violenza e il ricorso agli abusi per imbavagliare i giornalisti che cercano verità scomode. Si ricorre alle intimidazioni, all’imprigionamento, all’assassinio, alle minacce di morte che costringono a vivere con la scorta della polizia, alle accuse pretestuose in sede giudiziaria… . Le cifre citate dicono quanto può essere pericoloso, perfino in Italia (43mo di 180 paesi nell’indice della libertà di stampa di RSF) il lavoro dei giornalisti che fanno bene il il loro lavoro.

Le minacce, le intimidazioni, i bavagli, ha detto Emma D’Aquino, servono a zittire, a creare il buio informativo e non dovremmo permetterlo, “non lasciateci soli perché, come ha detto il grande Giorgio Gaber, la libertà è partecipazione e il diritto alla verità vale per tutti ed è per tutti”.

Innanzi tutto Emma D’Aquino ha citato i dati di Reporters Sans Frontieres secondo i quali nel 2019, a causa del loro lavoro di ricerca della verità e di documentazione della realtà, sono stati uccisi 49 giornalisti: tantissimi ma meno degli ultimi 12 anni (quando in media gli uccisi sono stati più di 80 ogni anno). In maggior parte sono stati uccisi fuori dai contesti di guerra, in paesi in pace, di consolidata democrazia: come il Messico, Malta e in Slovacchia. Poi ha ricordato i 389 giornalisti rinchiusi in prigione, quasi la metà in tre soli paesi (Cina, Egitto, Arabia Saudita) e molti in Russia e Turchia.

Molti di più sono i giornalisti che vengono ostacolati nel loro lavoro con minacce, intimidazioni e abusi e, a questo proposito, ha citato ampiamente i dati del monitoraggio svolto in Italia da Ossigeno per l’Informazione dicendo che sono stati 433 i giornalisti che, nel 2019, in Italia, hanno subito gravi minacce e querele per diffamazione infondate pretestuose, temerarie. Querele per diffamazione che nove volte su dieci si concludono riconoscendo che il giornalista accusato non è colpevole.

IL COMMENTO – Ossigeno si è congratulato con Emma D’Aquino e l’ha ringraziata per avere contribuito, come si spera facciamo anche altri giornalisti, a richiamare l’attenzione generale su questo drammatico problema sottolineando che esso danneggia non soltanto i giornalisti, ma ogni cittadino e limita anche la possibilità di svolgere liberamente attività economiche e imprenditoriali.

“Nonostante il fenomeno italiano della censura violenta sia ormai da tempo ampiamente documentato – ha commentato Alberto Spampinato, direttore di Ossigeno per l’Informazione – purtroppo ancora oggi i termini del problema sono noti soltanto agli esperti, che continuano a rinviare gli interventi necessari. Perciò il problema si fa di anno in anno più grave, come accade alle malattie non curate. Spero che si cominci a dirlo, che in ogni occasione pubblica tutti trovino due minuti per parlarne, per dire, come ha fatto la brava conduttrice del TG1, che bisogna impedire ai violenti, ai prepotenti, ai criminali di creare quel buio informativo che favorisce i traffici disonesti e limita la libertà e ciò è interesse di tutti e non solo dei giornalisti”. ASP

Rivedi il monologo di Emma D’Aquino a Sanremo la seconda serata del Festival

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