Memoria

La madre di Vittorio Arrigoni: “Mio figlio dava voce ai senza voce”

Lo ha detto la mamma dell’attivista e giornalista ucciso nel 2011 a Gaza, partecipando al convegno promosso alla Casa del Jazz l’11 maggio

OSSIGENO 11 maggio 2023 – “Grazie per la straordinaria opera che state facendo. Vi invito a continuare”. Ha detto Egidia Beretta, madre di Vittorio Arrigoni, attivista dei diritti umani, sequestrato e poi ucciso a Gaza nel 2011, intervenendo in collegamento al convegno di Ossigeno, l’11 maggio, “Giornalismo mestiere difficile e non protetto, in pace e in guerra”, promosso per celebrare la 30ma Giornata Mondiale per la libertà di stampa in ricordo dei giornalisti italiani uccisi.

Ripercorrendo la storia di Vik, come veniva chiamato Arrigoni, la signora Beretta ha ricordato che il figlio non era giornalista; tuttavia, recentemente è stato iscritto nell’albo della Lombardia. Ma era a buon diritto un cronista, ha aggiunto il presidente di Ossigeno Alberto Spampinato, perché raccontava ciò che accadeva. D’altronde quale fosse la missione del giornalista lo disse egli stesso in una intervista: “Niente trucchi da quattro soldi: dillo adesso, dillo chiaro, dillo vero”.

“Arrivò a Gaza – ha proseguito la signora Beretta – perché voleva difendere i diritti di pescatori e contadini vittime dei cecchini. Per questo quando Il Manifesto gli chiese di dare voce ai senza voce non ebbe esitazioni e accettò. Un giorno il console italiano gli propose di partire sottolineando che era l’ultima occasione. Lui rispose: io da qui non mi muovo. ‘Gaza. Restiamo umani’, ancora oggi, è l’unico documento che abbiamo di quello che è successo. Dalle sue parole transumava profonda pietà per gli innocenti”.

CT

Rivedi qui il convegno

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