Editoriale

123 notizie rare, da cercare con il lanternino. 123 domande senza risposta

Il fenomeno delle intimidazioni ai giornalisti è completamente oscurato dai media italiani. Per scelta? Per sbaglio? Cosa dicono cronisti e direttori dei giornali 

Il primo Rapporto Trimestrale di Ossigeno per l’Informazione conferma che il 2020 non è partito bene in Italia per quanto riguarda le intimidazione e le minacce ai giornalisti, come il nostro Osservatorio aveva già segnalato fin dalle prime settimane di gennaio. Adesso leggendo in una sintesi analitica tutto ciò che è successo nei primi tre mesi dell’anno si capisce bene come e perché la tendenza negativa si è concretizzata.

In Italia giornalisti e blogger continuano a subire con cadenza quotidiana questi attacchi, queste gravi violazioni del diritto di informazione, la solidarietà nei loro confronti è debole, la punizione dei responsabili è episodica, i lettori continuano a essere privati di quelle informazioni scomode, sgradite ai potenti che possono circolare soltanto quando l’informazione è libera. Purtroppo non lo è abbastanza.

Per convincersene non è necessario leggere le classifiche internazionali sulla libertà di stampa che collocano l’Italia in posizioni imbarazzanti. Se ne può fare a meno perché non spiegano perché e perciò sono poco convincenti. Basta vedere quanto poco spazio i nostri giornali e notiziari radio-televisivi dedicano a questo triste fenomeno. I nostri media hanno spazio per ogni argomento, anche per i più futili, ma non per le intimidazioni ai giornalisti. Ognuno controlli su quante poche di queste 123 intimidazioni riferite nel primo Rapporto Trimestrale 2020 di Ossigeno hanno già appreso notizie attraverso i media.

È come se i media non vedessero queste notizie. Eppure non è così. In soli 91 giorni Ossigeno, con i suoi deboli telescopi puntati … sulla porta di casa nostra, ne ha viste 123. Le ha esaminate e segnalate pubblicamente. Ed è certo che nel nostro cielo in quei 91 giorni non hanno brillato soltanto queste 123 comete.

E allora come spiegare tanta distrazione, tanto silenzio? Chiediamo una risposta ai direttori dei giornali, ai cronisti che avvertono il dovere di dare a lettori e ascoltatori tute le notizie rilevanti, di interesse pubblico.

Ossigeno continuerà a porre questa domanda e a sostenerla con una delle argomentazioni più convincenti: l’evidenza dei fatti, che di solito apre la mente e aiuta a riflettere. Perché si può essere testardi, si può girare la testa dall’altra parte per non vedere i fatti, ma i fatti restano lì e attendono risposte. Attendono come le malattie trascurate, come i debiti non pagati.

ASP

1 commento
  1. alfredo simone
    alfredo simone dice:

    “… Chiediamo una risposta ai direttori dei giornali, ai cronisti che avvertono il dovere di dare a lettori e ascoltatori tute le notizie rilevanti, di interesse pubblico….”
    Ma questa domanda è stata indirizzata ai direttori dei giornali e ai cronisti o è solo un invito agli eventuali direttori dei giornali e cronisti che vi seguono?

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