Memoria

29 anni fa a Mostar la strage degli inviati Rai di Trieste

In loro memoria è nata la Fondazione che cure i bambini in fuga dalle guerre, racconta a Ossigeno-Cercavano la moglie del giornalista Marco Luchetta

OSSIGENO 28 gennaio 2023 – Ricorrono oggi 28 gennaio ventinove anni dall’uccisione di Marco Luchetta, Alessandro Saša Ota e Dario D’Angelo, inviati della sede RAI del Friuli-Venezia Giulia. Il 28 gennaio 1994 la troupe era andata a Mostar per documentare i rischi e le sofferenze della popolazione della città della Bosnia Erzegovina divisa a metà dalla guerra: la parte ovest era controllata dai croati, quella est dai musulmani, c’erano frequenti lanci di granate.

Dopo vari tentativi, la troupe era finalmente riuscita a entrare nella parte ovest, su autorizzazione del comando UNHCR. I tre inviati furono uccisi dall’esplosione di una granata. Erano appena arrivati e avevano cominciato a realizzare un servizio televisivo.

CERCAVANO LA VERITÀ – La loro storia è ricostruita sul sito di Ossigeno “Cercavano la verità” (www.giornalistiuccisi.it), che in occasione di questo anniversario si arricchisce con la testimonianza di Daniela Schifani Corfini, moglie del giornalista Marco Luchetta, presidente della Fondazione “Luchetta Ota D’Angelo Hrovatin” di Trieste.

IL RICORDO DELLA MOGLIE DI LUCHETTA «Dalla loro uccisione è nata una cosa bellissima: una fondazione per aiutare i bambini malati che non possono essere curati nei loro paesi di origine. Il primo è stato il piccolo Zlatko che si era salvato miracolosamente dall’esplosione della granita che aveva ucciso Marco e Saša, riparato dai loro corpi».

Sulla ricerca dei responsabili della morte degli inviati triestini, Daniela Schifani Corfini racconta a Ossigeno: «Dopo la strage, mi chiesi se quella granata fosse stata lanciata intenzionalmente per colpire proprio quei giornalisti. Fu aperta un’inchiesta. Non si trovarono prove e fu archiviata». GPA

Leggi il testo integrale dell’intervista a questo LINK

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