Libertà di stampa

8 maggio. Come proteggere i giornalisti? Confronto in Campidoglio

Primo bilancio del seminario Ossigeno-Agcom, patrocinato dall’Unesco, in collaborazione con l’Odg Lazio, al quale hanno partecipato 220 giornalisti

Grande partecipazione, ospiti nazionali e internazionali che hanno apportato il loro prezioso e qualificato contributo ai lavori, e l’intento comune di modificare la legislazione attuale, ormai anacronistica, in materia di diffamazione e di tutela dei giornalisti e del mercato dell’informazione. Il bilancio del convegno “Trasparenza e libertà d’informazione nello Stato di diritto. Giornalisti minacciati e sistemi di protezione”, organizzato da Ossigeno per l’Informazione e dall’Agcom, con il patrocinio dell’Unesco e in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti del Lazio, è più che positivo.

L’evento ha avuto luogo  nella Protomoteca del Campidoglio l’8 maggio, in occasione della Giornata Mondiale della Libertà di Stampa. Erano presenti trecento persone (duecentoventi i giornalisti che hanno registrato la loro presenza, conseguendo i crediti deontologici). Nel pubblico numerosi studenti universitari ed esperti del settore editoriale e dell’informazione. Fra gli ospiti, la presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio, Paola Spadari; il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti; l’ambasciatore Fabrizio Petri, presidente del Comitato interministeriale per i Diritti Umani; il segretario e la presidente dell’Associazione Stampa Romana, Lazzaro Pappagallo e Alesssandra Rotolo.

Dopo il video messaggio del Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, i lavori sono stati aperti dalla presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, alla quale ha fatto seguito l’intervento della sindaca di Roma, Virginia Raggi, e del presidente dell’Agcom (l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni), Marcello Angelo Cardani.

I tre rappresentanti delle istituzioni hanno sottolineato l’importanza della libertà di stampa e d’informazione in quanto ossigeno per la democrazia. Hanno ribadito l’importanza di tutelare i giornalisti dalle varie tipologie di minacce e la necessità di riformare una normativa ormai non più al passo con i tempi.

“In Italia abbiamo leggi datate e in qualche caso inutili – ha detto la presidente del Senato Casellati – Facendo salvo il dettato costituzionale, che cristallizza un principio fondamentale attraverso l’articolo 21 – dedicato espressamente alla libertà di espressione – non vi è dubbio alcuno che la normativa vigente sconti il peso degli anni e l’incapacità di adesione del dato testuale alle trasformazioni di una realtà in continuo divenire. Non solo per quanto attiene l’informazione attraverso il web, ma anche per quella di tipo tradizionale”. La presidente ha ribadito la necessità di “dare ossigeno alla corretta informazione e lo si potrà fare – ha detto –  attraverso il sostegno a tanti giornalisti coraggiosi”.

“Il nostro compito – ha detto la sindaca Raggi, che ha definito “impressionanti” i dati di Ossigeno sui giornalisti minacciati  – è provare a rimuovere tutte le barriere e gli ostacoli in questo percorso di civiltà, ma anche affiancare e non lasciare soli i giornalisti che quotidianamente  rischiano per cercare la verità e per affermare la legalità”.

Cardani e altri relatori hanno sottolineato il problema della “minaccia economica”, che si traduce in precariato e che indebolisce i giornalisti e rende difficile lo svecchiamento della categoria. E di precariato, necessità di riforme e ruolo della magistratura per proteggere i giornalisti ha parlato il Procuratore Generale presso la Corte d’Appello di Roma, Giovanni Salvi. È necessario – ha detto – affiancare alla cosiddetta scorta mediatica, “una scorta civile” dell’opinione pubblica, sia per rompere l’isolamento di chi è sotto attacco, sia per coltivare la memoria delle vittime e difenderle dalla denigrazione e dal rischio di essere dimenticate.

Medhi Benchelah, rappresentante Unesco e già in passato ospite di Ossigeno, è intervenuto per incoraggiare la collaborazione tra Ossigeno e l’Agcom e ha ribadito la disponibilità dell’Unesco a sostenere questa alleanza. Benchelah ha spiegato che l’Unesco, meglio conosciuta per la sua attività nei settori della cultura e dell’educazione,  nel 2012  ha ricevuto il mandato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite di monitorare la situazione dei giornalisti nel mondo. Dall’ultimo rapporto emerge che “il 92 per cento dei giornalisti uccisi non erano reporter di guerra, ma cronisti locali che seguivano inchieste nel loro territorio, quello che conoscevano e in cui vivevano”.

La prima sessione si è conclusa con gli interventi dei rappresentanti delle due organizzazioni promotrici del convegno: Marco Delmastro, direttore Agcom, e Alberto Spampinato, presidente di Ossigeno per l’Informazione. Entrambi hanno confermato l’intenzione di voler continuare questa collaborazione con il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati a unirsi per proporre soluzioni concrete. Delmastro – che ha illustrato i dati dell’Osservatorio Agcom – ha sottolineato l’importanza di raccontare questi fenomeni, dei quali si parla “ancora troppo poco” e ha parlato del chilling effect, l’effetto raggelante, che le minacce fisiche e legali producono sui giornalisti. Spampinato ha illustrato i dati dell’Osservatorio di Ossigeno che dal 2008 verifica e registra gli attacchi a danno degli operatori dell’informazione. I dati di Ossigeno e Agcom si integrano, ha specificato: “Quella realizzata da Ossigeno è la sperimentazione più avanzata in Europa di quell’organismo che finora non è stato istituito in alcun Paese – ha detto il presidente –  In Italia, tutti i giorni ci sono attacchi ingiustificabili ai giornalisti. Quel che dobbiamo fronteggiare non è un’emergenza, come alcuni credono, ma un problema permanente. Osservare e documentare con continuità e con tempestività questi attacchi non serve soltanto a compilare statistiche. Il monitoraggio attivo è la prima e più importante misura di protezione”.

Nella seconda parte della mattinata è seguita una tavola rotonda dal tema “Informazione sulla criminalità organizzata: rischi dei giornalisti e sistemi di protezione”. Il dibattito è stato moderato dal prof. Mario Morcellini, commissario Agcom, che ha ribadito l’importanza di allearsi per far fronte al problema delle minacce ai giornalisti. “Mi piacerebbe che uscissimo da questa stanza con due o tre parole in grado di riassumere una diversa energia positiva di cittadinanza”, ha detto il professore che ha poi passato la parola agli altri relatori. Federica Angeli, giornalista sotto scorta di Repubblica, e Paolo Borrometi, presidente di Articolo 21 e anch’egli sotto protezione per le minacce di morte ricevute a causa delle sue inchieste. Entrambi hanno raccontato la propria esperienza e la necessità di riconoscere la mafia in quanto tale per poterla fronteggiare e sconfiggere.

Al tavolo dei relatori c’era Corinne Vella, sorella di Daphne Caruana Galizia, la giornalista investigativa maltese uccisa nell’ottobre del 2017 . Vella ha raccontato chi era sua sorella, le difficoltà che doveva affrontare nel suo lavoro perché ostacolata delle istituzioni che hanno provato a farla tacere con un gran numero di querele. “La responsabilità di proteggere un giornalista spetta in prima e ultima istanza allo Stato, che ha l’obbligo preciso di proteggere i diritti, tra cui il diritto alla vita e il diritto di sapere”, ha detto Vella, che ha proposto soluzioni per migliorare la condizioni dei cronisti e ha auspicato che possano nascere altre realtà di monitoraggio come quella di Ossigeno.

Il direttore generale della Fieg (Federazione italiana editori giornali), Fabrizio Carotti, ha ringraziato Ossigeno per “la tenacia e la perseveranza” e ha proposto ad associazioni, istituzioni e autorità di agire in modo coordinato per ottenere le misure condivise per la protezione dei giornalisti, concordando una road map e aggiornando la situazione ogni due mesi.

Le conclusioni sono state affidate a Ricardo Gutierrez, segretario generale della Federazione Europea dei giornalisti, e a Carlo Verna, presidente dell’Ordine nazionale dei Giornalisti. Gutierrez ha illustrato i dati della Piattaforma per la sicurezza dei giornalisti del Consiglio d’Europa e ha individuato tre criticità della moderna professione: il precariato, il potere dei social e l’influenza politica. Carlo Verna ha chiesto alle istituzioni interventi  per arginare le minacce morali ai giornalisti, rappresentate in primo luogo dalle querele temerarie. Poi ha individuato due verbi guida per la categoria: costruire ed esserci sempre.

“Grazie di esistere, Ossigeno”, ha concluso il Commissario Morcellini, dopo avere annunciato che c’era appena stata a Roma un’aggressione al giornalista Nello Trocchia e alla troupe di Nemo (Rai2) da parte del clan Casamonica. Il pubblico ha risposto con un fragoroso applauso di solidarietà agli aggrediti.

Il seminario in Campidoglio rientra nel programma di Ossigeno per onorare la Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, indetta dall’Onu. Le celebrazioni erano iniziate il 3 maggio alla Casa del Jazz di Roma, accanto alla lapide con i nomi di 900 vittime innocenti delle mafie e al Pannello della Memoria con i 28 volti e nomi dei giornalisti uccisi a causa del loro lavoro (leggi). La cerimonia del 3 maggio e il convegno dell’8 sono stati co-organizzati da Ossigeno e Agcom. La Commissaria dei diritti umani del Consiglio d’Europa, Dunja Mijatovic, nel messaggio video inviato a Ossigeno, ha definito importante questa  collaborazione tra una Ong e un’istituzione pubblica nazionale e ha auspicato che possa svilupparsi con altre forme di collaborazione.

RDM

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