Il direttore “mandante” dei suoi colleghi

Ne ha parlato Marco Tarquinio, a capo di Avvenire, che ha ricordato la vicenda del cronista Nello Scavo, finito sotto scorta per un’inchiesta su un trafficante di migranti

“Oggi il peso più grande per un direttore di giornale è quello di essere il mandante che determina il destino di alcuni colleghi. Un direttore non vorrebbe mai arrivare a questo punto”: il direttore del quotidiano Avvenire, Marco Tarquinio, ha colto l’occasione del convegno organizzato da Ossigeno per l’informazione per l’Informazione in Senato, per raccontare la propria esperienza come direttore e per parlare della vicenda di Nello Scavo, il cronista di Avvenire finito sotto scorta per un’inchiesta su un trafficante di migranti, noto alle cronache con il nome di Bija.

“Come direttore ho una posizione diversa, ma non invidiabile – ha detto Tarquinio – condivido la responsabilità di ciò che i miei colleghi fanno o non fanno eppure, io non sono sotto minaccia”.

Il direttore ha osservato che “il silenzio della stampa italiana sulla situazione libica e sulle tragiche migrazioni è stato troppo grande. Noi – ha detto parlando della sua testata – abbiamo provato a raccontare le storie e ad andare fino in fondo”.

“Il nostro Paese – ha concluso Tarquinio – è uno di quelli in cui si legge di meno e si controlla di più. L’informazione diffusa ha una pluralità di canali attraverso cui i potenti possono parlare direttamente con l’opinione pubblica. Le parole e gli slogan si sono trasformate nell’opinione maggioritaria. Si è data legittimità alle falsità tanto quanto ai fatti veri.
“Se smettessimo di fare il nostro mestiere in questo tempo, saremmo dei pazzi e degli irresponsabili; bisogna metterci la faccia ma anche il petto”, ha detto.

Livia Tripiciano

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