Ddl diffamazione. Bartoli (Odg), Parlamento approvi riforma

In Italia il 90 % dei procedimenti viene archiviato, dice citando i dati forniti da Ossigeno per l’Informazione

OSSIGENO 28 giugno 2023 – Il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, ha sollecitato il Parlamento italiano ad approvare una riforma delle norme sulla diffamazione a mezzo stampa “introducendo finalmente dei forti elementi di dissuasione contro chi utilizza lo strumento delle azioni giudiziarie al solo fine di limitare la libertà dei giornalisti”.

“Le querele intimidatorie sono una spada di Damocle per i cronisti, soprattutto autonomi e freelance che non hanno la copertura di un editore per le ingenti spese legali. Sarebbe il momento che il Parlamento italiano, senza aspettare le direttive della UE, invertisse la rotta per la riforma della diffamazione a mezzo stampa”.

“Chi sbaglia è giusto che paghi, vale anche per l’informazione professionale se si lede l’onorabilità di una persona; ma – ha aggiunto  Carlo Bartoli – in Italia il novanta per cento dei procedimenti viene archiviato, e di quelli che vanno a giudizio l’85% finiscono in assoluzioni (come riporta l’Osservatorio Ossigeno informazione). E’ giunto il momento – conclude – di porre un freno a tutto questo, l’Europa lo sta già facendo”.

Leggi il testo integrale della dichiarazione

LA PROPOSTA DI DIRETTIVA EUROPEA ANTI-SLAPP

Il presidente del CNOG ha fatto queste affermazioni commentando positivamente, come un passo nella giusta direzione, il via libera dalla commissione giuridica del Parlamento Europeo al testo (concertato con la Commissione europea e il Consiglio dei ministri dell’UE) della nuova direttiva europea ha l’obiettivo di garantire maggiore protezione dalle azioni legali vessatorie non solo ai giornalisti, ma a tutti i cittadini, in quanto titolari del diritto di informazione e di libera partecipazione  alla vita pubblica.

Il testo, approvato con 15 voti a favore, 1 contrario e 1 astensione, contiene salvaguardie contro le azioni legali strategiche contro la partecipazione pubblica, note con l’acronimo inglese di Slapp. Per aumentare la protezione, gli eurodeputati hanno esteso la definizione di tali azioni legale vessatorie anche ai casi trans-frontalieri, per includere quei casi in cui è competente più di un Paese.

Gli eurodeputati hanno inoltre esortato i Paesi Ue ad attuare le raccomandazioni già espresse negli anni scorsi dalla Commissione Europea per i casi inerenti ad un solo Paese. Coloro che sono presi di mira da Slapp, prevede la direttiva, non devono essere tenuti sotto processi per anni prima di dichiarare la correttezza del loro operato, come avviene in Italia: devono avere  la possibilità di ottenere l’archiviazione rapida (early dismissal) se le accuse sono manifestamente infondate.

Gli eurodeputati chiedono inoltre che in questi casi i ricorrenti siano chiamati a risarcire per intero le spese legali sostenute dalle persone da loro accusate e che le vittime di cause vessatorie abbiano diritto al risarcimento dei danni connessi, compreso il danno alla reputazione. Il testo chiede infine che gli Stati membri forniscano assistenza finanziaria alle vittime di Slapp e si impegnino ad aprire in ogni Paese uno sportello attraverso cui fornire supporto legale alle vittime e raccogliere dati sulle decisioni dei tribunali. ASP

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