Giancarlo Siani. Molte iniziative per ricordare il giornalista-giornalista ucciso 40 anni fa
Il programma con tappe in tutta Italia- Leggi la sua storia sul sito web di Ossigeno “Cercavano la verità”
OSSIGENO 22 settembre 2025 – Il giornalista Giancarlo Siani fu ucciso dalla camorra quarant’anni fa, il 23 settembre 1985 a Napoli . Fu un omicidio atroce che suscitò enorme clamore e riaccese l’attenzione sui rischi a cui sono esposti i giornalisti che rivelano verità scomode.
Giancarlo aveva appena compiuto 26 anni e aveva già fatto molte cose importanti. Questo non è stato mai dimenticato, come dimostrano le numerose iniziative organizzate (leggi) in Campania, in varie città italiane e a Bruxelles, che si svolgono in queste ore e proseguiranno fino alla fine di ottobre per ricordare, in questo anniversario, chi era. Attraverso le iniziative dei suoi familiari e il celebre film “Fortapasc” di Marco Risi uscito nel 2009 è diventato il “giornalista-giornalista” per antonomasia, una figura familiare, un giornalista simbolo anche per chi non l’ha conosciuto direttamente e per chi in questi anni ha deciso di “fare il giornalista come lo faceva Siani”, come più volte ha ricordato a Ossigeno suo nipote Gianmario Siani , presidente della Fondazione dedicata a Giancarlo.
LE INIZIATIVE – Si comincia il 23 settembre, alle ore 18, al Parlamento europeo che ha promosso il convegno su “Verità e Memoria. I giornalisti uccisi per raccontare il mondo” con la presidente Roberta Metsola, a cura dell’europarlamentare del Pd Sandro Ruotolo. Martedì 23 settembre su Rai 3 andrà in onda in prima serata su il docufilm “Quaranta anni senza Giancarlo Siani”, scritto da Pietro Perone e Filippo Soldi, con la partecipazione di Toni Servillo. Tra le altre iniziative, spicca il viaggio attraverso l’Italia della Olivelli M80, la macchina da scrivere con la quale Giancarlo Siani scrisse oltre 650 tra articoli e inchieste, dal 1979 al 1985. L’associazione Libera e il mensile La via libera, in collaborazione con la Fondazione Giancarlo Siani, la porterà in treno in sette tappe e undici appuntamenti per far conoscere il lavoro di questo cronista ucciso dalla camorra e discutere con le comunità locali di libertà d’informazione e del diritto di essere informati.
CHI ERA – Le persone che lo hanno conosciuto lo descrivono come un ragazzo allegro, appassionato di pallavolo (giocava e allenava una squadra), un tifoso del Napoli calcio. Amava appassionatamente il suo lavoro e, a bordo della sua Mehari, cercava le notizie da raccontare ai suoi lettori. Quest’anno il 19 settembre 2024, avrebbe compiuto 67 anni.
La sua storia è ricostruita da Ossigeno sul sito “Cercavano la verità” (leggi) dedicato ai trenta giornalisti uccisi da mafie, terrorismo e in zone di crisi. Su www.giornalistiuccisi.it, oltre all’iter giudiziario che ha portato a scoprire e condannare i responsabili dell’omicidio, sono presenti immagini, testimonianze una ricca bibliografia e alcuni suoi articoli.
Quando fu ucciso aveva fatto grandi scoop, ma era ancora un giornalista pubblicista, aveva un lavoro precario, attendeva di essere presto assunto dal “Mattino” con un contratto stabile. Nel 2020 l’Ordine dei Giornalisti lo ha inserito ad honorem fra i professionisti iscritti e ha consegnato agli eredi un tesserino con la copertina bordeaux con il suo nome. La condizione di cronista precario e le minacce che aveva ricevuto per il suo lavoro accomunano la storia di Giancarlo a quella di altri giornalisti uccisi e a molti altri che, dopo la sua morte e ancora oggi, spesso senza adeguate tutele, subiscono minacce e intimidazioni per avere svolto con correttezza e coraggio il loro lavoro, come documentano da quindici anni le storie raccontate da Ossigeno per l’informazione.
I SUOI ARTICOLI – Come corrispondente da Torre Annunziata, aveva svelato sulle pagine del quotidiano Il Mattino di Napoli i rapporti della camorra con la mafia siciliana, aveva raccontato i contrasti fra i clan, gli affari della camorra con l’imprenditoria e gli intrecci con la politica collusa. Aveva svelato fatti inediti che avevano sconvolto gli equilibri interni ai clan più agguerriti dell’epoca. Per questo fu ucciso, come è stato accertato molti anni dopo dalle indagini ed è stato stabilito dalle sentenze.
NON SOLO CAMORRA – Giancarlo si interessava di tutto ciò che riguardava la realtà che lo circondava. In occasione di questo anniversario Ossigeno per l’informazione invita i lettori a rileggere due articoli del giornalista, concessi dalla Fondazione Siani, e pubblicati su giornalistiuccisi.it Sono tratti dal volume “Giancarlo Siani. Il lavoro. Cronache del Novecento industriale 1980 – ‘85”. In essi emerge la figura del cronista che coniugava l’impegno civile e la battaglia per i diritti alla lotta contro l’illegalità.
Il primo articolo fu pubblicato da “Il Mattino” il 9 marzo del 1983, intitolato “Fabbriche in declino”, riguarda la crisi che aveva colpito tre grosse aziende del territorio campano, operanti nel settore dell’edilizia; il secondo, pubblicato su “Il lavoro nel Sud”, novembre – dicembre 1980, dal titolo “Lavoro, cultura e informazione”, è legato ai problemi del sistema informativo e alla difficoltà dei mass media di comunicare con tutti. GPA


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