Questo episodio rientra tra le violazioni verificate da Ossigeno per l'Informazione

Violazioni verificate

Altri due giornalisti sotto scorta

Sono Nello Scavo di Avvenire e la freelance Nancy Porsia per le minacce provenienti dall’ex capo della guardia costiera libica misteriosamente presente in Sicilia

Da venerdì 18 ottobre 2019 il giornalista Nello Scavo, che vive a Como e lavora a Milano presso la redazione del quotidiano Avvenire, è sotto scorta, protetto dalla polizia, a causa delle minacce ricevute da And al Rahman al-Milad, un libico, ex capo della guardia costiera libica, accusato di essere un trafficante di esseri umani sulla rotta dell’immigrazione via mare, conosciuto come Comandante Bija. Nel 2018 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite gli aveva imposto il divieto d’espatrio inserendolo nella lista delle persone considerate responsabili del traffico di esseri umani e congelando i suoi beni.

Anche la giornalista freelance Nancy Porsia è stata messa sotto protezione, per lo stesso motivo. Nei giorni scorsi è stato confermato che in Italia i giornalisti sotto scorta a causa di minacce erano 22.

Pochi giorni prima, il giornalista di Avvenire aveva rivelato, in esclusiva, con una fotografia pubblicata sul suo giornale, che Bija, nel 2017, aveva partecipato con una delegazione ufficiale libica ad alcuni incontri presso il Centro di accoglienza per gli immigrati di Mineo (Catania). Del ruolo equivoco di And al Rahman al-Milad avevano già parlato, nel 2017, altri giornalisti, prima fra tutte Nancy Porsia, che all’epoca si trovava  in Libia. Ma nessuno aveva documentato la sua presenza in Sicilia con una delegazione ufficiale.

Lo scoop del giornalista di Avvenire ha fatto sensazione anche all’estero. 

Nei giorni successivi, per approfondire la questione, Nello Scavo ha fatto una ulteriore ricerca. Martedì 14 ottobre ha trovato il modo di contattare il libico e a scambiare con lui vari messaggi sui social e al telefono. In questo contesto And al Rahman al-Milad ha usato espressioni minacciose nei confronti del giornalista e della sua collega Nancy Porsia. 

Mentre stava ancora riflettendo sull’opportunità di denunciare le minacce, Nello Scavo ha ricevuto la visita di alcuni funzionari di polizia i quali lo hanno informato che avevano valutato il suo profilo di rischio e avevano deciso di proteggerlo con effetto immediato, con un servizio di tutela della sua persona, in attesa di valutazioni più approfondite. Da quel momento il giornalista è stato accompagnato da agenti di polizia in ogni spostamento. Due giorni dopo, venerdì 18 ottobre gli è stato detto che gli è stata assegnata una scorta. Adesso viaggia su un’auto delle forze dell’ordine con due agenti a bordo.

“Sono grato alle forze dell’ordine che, in questa situazione, si sono prese subito cura della mia sicurezza. Sono contento di vedere che le esigenze di sicurezza non mi impediscono di continuare la mia vita familiare né la mia attività giornalistica. Certo, ora consultare delle fonti riservate per me è più difficile, ma non impossibile: la tecnologia mi viene in aiuto. Continuerò a fare il mio lavoro in queste condizioni e quando chi di dovere riterrà che non ho più bisogno di avere una scorta me ne rallegrerò”.

Il viceministro dell’Interno, Vito Crimi, aveva lanciato l’allarme parlando di «minacce intollerabili» , mentre il cdr di Avvenire nel «rinnovare la sua solidarietà e quella di tutta la redazione», ha ribadito: «Continueremo a raccontare quello che accade senza timori né censure».

Il direttore di Avvenire, Marco Tarquinio ha commentato: «Ho grande preoccupazione ma anche la consapevolezza dell’importanza del lavoro svolto da parte del collega Nello Scavo e di tutta la redazione del giornale». Ciò che conta, ha aggiunto, è che «le minacce subite dal collega non prevalgano sulla necessità di fare informazione».

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