Libertà di stampa

Basta impunità! Tizian, la legge impedisca le richieste di risarcimento intimidatorie

C’è la proposta ma il parlamento non va avanti, una fronda trasversale ai partiti preferisce questo stato di cose, un giornalismo esposto quindi fragile – GUARDA IL VIDEO

OSSIGENO 30 ottobre 2021 – Il giornalista Giovanni Tizian, ha mandato a Ossigeno per l’Informazione il seguente messaggio, per contribuire alla discussione pubblica che avrà luogo il 3 novembre a Siracusa vedi il programma LINK, per rispondere alla domanda: che cosa fare per fermare l’impunità per i reati contro i  giornalisti? 

L’informazione nel nostro paese è sotto attacco. Lo è non solo per le minacce frontali e feroci delle mafie che sui territorio intimidiscono quotidianamente tanti bravi colleghi in prima linea. Lo è anche per le richieste di risarcimento assurde che arrivano ai cronisti che non si accontentano della narrazione tranquillizzante del potere nelle sue varie forme. Richieste di risarcimento che per chi le fa non hanno costi. Il parlamento blocca una legge che potrebbe risolvere la questione delle querele temerarie, ma l’iter non va avanti, procede lentamente. E’ come se il parlamentose preferisse avere un’informazione intimorita, meno libera. Non dovrebbe essere interesse delle istituzioni fare in modo che il  giornalismo sia protetto da ingerenze di interessi privati? L’informazione ha il nobile scopo di difendere la democrazia dagli abusi del potere. Perciò il sospetto è che esista una fronda trasversale ai partiti che preferisce questo stato di cose: un giornalismo esposto quindi fragile.

Al quotidiano Domani, dove lavoro, qualche mese fa è arrivata una richiesta molto strana da un importante azienda di stato: una lettera con cui gli avvocati ci hanno chiesto 100 mila euro per evitare che promuovessero una causa. Una cosa mai vista, un metodo non tollerabile ancor più perché proveniente da una società partecipata dal governo italiano. Noi non solo non abbiamo pagato, ma abbiamo denunciato pubblicamente l’azione pubblicando in prima pagina questo titolo: “Vietato parlare di Eni: dateci 100 mila euro”. Il modo migliore per difendersi è la denuncia, appunto. Dopotutto denunciare è l’essenza del nostro mestiere di cronisti.

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