Editoriale

C’è una giustizia ingiusta che funziona alla rovescia

Ci sono disattenzioni, lacune legislative e promesse non mantenute dietro la storia raccontata da Vecellio e le vicende dei giornalisti che pagano danni al posto degli editori 

È veramente triste e avvilente la storia che ci ha raccontato il giornalista Valter Vecellio sull’incredibile beffa (leggi) che egli ha subito con l’ingiunzione dell’Agenzia delle Entrate a pagare le spese processuali che sarebbero spettate al criminale nazista Erich Priebke, il quale lo aveva querelato, aveva perso la causa ma era risultato nullatenente. Questa storia ci riporta a quell’immagine di giustizia ingiusta, alla rovescia, che Carlo Collodi ha così mirabilmente tratteggiato nelle Avventure di Pinocchio che finisce in gattabuia per aver denunciato di esser stato derubato. Purtroppo la giustizia alla rovescia fa ancora capolino nell’Italia del XXI secolo, e non di rado, anche a danno dei giornalisti perbene. 

Ha ragione Valter Vecellio. Questa storia aggiunge un nuovo capitolo al “libro” sulle querele temerarie, io direi anche pretestuose e ingiuste. Ossigeno per l’Informazione sta scrivendo da anni, questo libro bianco, con candore volterriano, diffondendo pubblicamente le vicende di migliaia di giornalisti che subiscono intimidazioni, minacce e vessazioni varie anche sul piano giudiziario. La cronaca dà modo di aggiungervi sempre nuove pagine, giorno dopo giorno.

Questa beffa di Priebke, pur essendo diversa e per certi versi più preoccupante, ricorda in particolare quella che subiscono, da tempo numerosi altri giornalisti italiani, gli ex dipendenti dell’Unità e di altri giornali che hanno cessato le pubblicazioni e i cui editori hanno dichiarato fallimento. Questi editori falliti sono entità eteree irraggiungibili, anche per la giustizia. Tant’è che i giornalisti loro ex dipendenti rimasti orfani con dei processi ancora pendenti, devono pagare in proprio le spese legali che l’editore era impegnato a sostenere ma anche, in caso di condanna, la parte di risarcimento che sarebbe stata di spettanza dell’editore.

È un’ingiustizia che grida vendetta ed è ancor più vergognosa dell’imposizione del pagamento quota del nazista nullatenente alla vittima della querela temeraria.

Un’ulteriore beffa è quella degli impegni politici non mantenuti, delle promesse di sanare a tamburo battente questa palese ingiustizia che, finché non sarà sanata farà pendere una spada di Damocle sulla testa di ogni giornalista italiano. A suo tempo – e son pasti più di cinque anni – molti esponenti politici riconobbero pubblicamente che la legge vigente è ingiusta e su questo punto dev’essere cambiata. Eppure nessuno la cambia. Nel frattempo Ossigeno sta aiutando alcuni di loro attraverso l’Ufficio di Assistenza Legale Gratuita (https://www.ossigeno.info/assistenza-legale/ ) che è nato proprio per rafforzare, com’è necessario, la rete di solidarietà fra i giornalisti perbene che subiscono queste beffe, queste umiliazioni e danni non trascurabili.

ASP  

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