Questo episodio rientra tra le violazioni verificate da Ossigeno per l'Informazione

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Detenuto scrive a una cronista: devi dire che sono una persona per bene

Ilaria Bonuccelli, che ha pubblicato articoli sui processi all’uomo condannato per tentato omicidio e maltrattamenti contro la moglie, ha replicato: non mi spaventano le lettere dal carcere – Ha avuto solidarietà da politica e giornalisti

OSSIGENO 07 luglio 2022 – L’11 maggio 2022 la giornalista Ilaria Bonuccelli, caposervizio centrale al quotidiano toscano Il Tirreno, da anni impegnata a raccontare storie di violenza contro le donne, molto nota e stimata per questa attività, ha ricevuto alla redazione di Livorno, per posta, la lettera di un uomo detenuto in carcere per maltrattamenti nei confronti della ex moglie, il quale pretende che, dopo avere scritto alcuni articoli sulle sue vicende giudiziarie, adesso scriva in un articolo che egli è una persona per bene.

LA REAZIONE – Ilaria Bonuccelli racconta a Ossigeno di essere rimasta sbalordita, senza parole, incapace di reagire. Però il giorno dopo, superata la sorpresa di ricevere un messaggio intimidatorio da un detenuto sottoposto a varie restrizioni, dopo essersi consigliata con varie persone, ha reagito rendendo noto il fatto con un post su Facebook con il quale ha annunciato: “Non mi spaventano le lettere dal carcere”, non si sarebbe fatta intimidire, avrebbe continuato a scrivere ciò che le risulta certo e documentato.

Ha scritto: “Ora, questo signore, pretende – con questa lettera – che io scriva che è una persona perbene. Che non sono vere quelle parole dette “ogni tanto”, così, per rabbia. Come quelle intercettate (legalmente) in carcere a Massa, ad esempio. O quelle scritte nelle decine di lettere, agli atti del suo processo. Al di là di quello che vuole lui, però, c’è quello che voglio io. Quello che vorrei capire io: perché un detenuto per reati gravi può scrivere a una giornalista che si occupa del suo caso, passando senza problema il visto censura del carcere nel quale è detenuto? Perché deve convincere me, giornalista, che è cambiato e non è più un uomo violento e non prova a convincere la ex moglie, ricorrendo agli strumenti (complessi, innovativi, ma anche compensativi) della giustizia riparativa?”.

“Se il detenuto si è sentito leso in qualche diritto – ha aggiunto -, avrebbe dovuto farmi contattare dal suo legale. Fatto peraltro avvenuto. Il legale è stato ascoltato con l’attenzione dovuta. Quindi a che cosa serve la lettera dal carcere? Io non ho una risposta. Però ho un’affermazione. NON MI SPAVENTANO LE LETTERE DAL CARCERE. Continuerò a occuparmi di donne vittime di violenza, con tutta l’energia e con tutti i mezzi di cui dispongo”.

SOLIDARIETA’ – Nel giro di poche ore il post della giornalista ha raccolto centinaia di “mi piace” e commenti, portando la politica a prendere posizione: arriva la solidarietà dal presidente della Regione Eugenio Giani, dal presidente del Consiglio regionale Antonio Mazzeo e da numerosi altri politici toscani. L’Ordine dei giornalisti, FNSI e Assostampa Toscana hanno diramato un comunicato nel quale chiedono: “La massima attenzione alla magistratura perché sia fatta piena luce sull’episodio”. Anche Ossigeno ha espresso solidarietà a Ilaria Bonuccelli.

LA GIORNALISTA ha raccontato a Ossigeno: “Ho iniziato a occuparmi di violenza contro le donne attraverso i miei articoli, ascoltando le testimonianze di donne vittime di abusi. Da tempo collaboro anche con la Scuola Sant’Anna e l’Università di Pisa. Attraverso questo impegno pubblico sono riuscita a ottenere diversi risultati concreti, come l’approvazione dell’utilizzo dei braccialetti elettronici anti-stalker e la revisione degli indennizzi dedicati alle donne vittime di violenza. Questi risultati, uniti alle storie raccontate sul giornale, possono aver infastidito qualcuno. Ma continuerò a scriverne e a occuparmene”.

IL COMMENTO – Ossigeno per l’informazione rinnova la solidarietà a Ilaria Bonuccelli, rallegrandosi  dell’ampia solidarietà manifestata a caldo a questa giornalista, augurandosi che il sostegno sia duraturo e si traduca in gesti concreti di aiuto, perché spesso, appena passa l’emozione che si prova nel momento in cui si apprendere la notizia di una molestia, prevalgono altre considerazioni. GB

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