Diffamazione. Le riflessioni di Vanessa Valvo, processata e prosciolta dopo 7 anni
Ogni volta che siamo aggrediti con querele pretestuose, noi cronisti che rispettiamo la verità e l’etica professionale dovremmo essere aiutati sistematicamente a difenderci in giudizio
OSSIGENO 1 marzo 2022 – La giornalista freelance Vanessa Valvo ha inviato questo commento all’Ufficio di assistenza legale gratuita di Ossigeno che l’ha difesa in giudizio nel lungo processo nato da una querela per diffamazione a mezzo stampa (leggi la notizia).
“Ringrazio di cuore l’avvocato Andrea Di Pietro e l’Ufficio di Assistenza Legale di Ossigeno per l’Informazione, che si sono messi al mio fianco e mi hanno aiutato a superare una battaglia legale per me difficile.
Per queste cose, se non ci fosse Ossigeno, noi giornalisti su chi altri potremmo contare? Io credo che quando siamo aggrediti con querele pretestuose e senza che ci sia stata neppure chiesta una precisazione, una rettifica, noi cronisti che rispettiamo la verità e le persone e osserviamo la deontologia professionale, dobbiamo difendere le nostre ragioni e meritiamo di essere aiutati ad affrontare le spese per difenderci in tribunale avendo al nostro fianco i migliori avvocati.
Pensavo che nel mio caso questo aiuto sarebbe venuto dal mio Ordine professionale. Mi sembrava scontato. Invece no, non è stato così. Perciò penso che Ossigeno sia un’organizzazione importante, che integra ciò che fa l’Ordine dei Giornalisti, un’organizzazione a cui fare riferimento quando abbiamo bisogno di aiuto di fronte a denunce temerarie e altre insidie alla libertà di svolgere il nostro lavoro. Ho visto che quando affrontiamo queste difficoltà Ossigeno ci supporta, risponde a tutte le nostre domande, s’impegna e gestisce magistralmente una materia spesso molto intricata. Siamo davvero fortunati! E salvi!
Nello specifico del processo per diffamazione contro di me e sulla sua conclusione, siamo certamente tutti felici per il risultato ottenuto. Ma non posso esimermi dal fare alcune amare riflessioni.
Avrei voluto andare fino in fondo, non fermarmi di fronte a un accordo ‘conveniente’ per tutti. Questi accordi si fanno, per evitare imprevisti e togliersi il pensiero, anche se così, com’è nella natura delle soluzioni di compromesso, si silenziano le ragioni di entrambe le parti.
Nel mio caso, fra l’altro, l’accordo è stato possibile soltanto dopo quasi sette lunghi anni! E allora, mi chiedo, questa denuncia contro di me era davvero necessaria? Che senso ha?
Mi spiace per me e per tutti i colleghi a cui, come me, è successo di trovarsi in questa situazione. Credo che anche loro hanno avuto modo di porsi questa domanda.
Per il futuro di noi professionisti dell’informazione auspico che i denuncianti cosiddetti ‘temerari’ abbiano sempre meno la legge dalla loro parte e trovino sempre meno spazio. Grazie ancora.
Vanessa Valvo
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