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Diritto autore. Che cosa cambia, che cosa si teme

Mentre si attende il voto del Consiglio UE e le ratifiche dei parlamenti nazionali gli occhi sono puntati sui filtri elettronici ritenuti poco affidabili

il 26 marzo 2019 a Strasburgo la nuova direttiva europea sulla tutela del diritto d’autore (copyright ) sulla rete internet ha toccato il primo traguardo con il voto del Parlamento europeo che l’ha approvata con una maggioranza netta, ma non molto larga (348 sì, 274 no, 36 astenuti su 658 presenti). Adesso dovrà passare al vaglio del Consiglio dei ministri dell’UE (è necessario un voto a maggioranza qualificata) e poi dei parlamenti nazionali, affrontando contrarietà che in alcuni paesi sono molto forti. Ad esempio in Italia, dove i partiti di maggioranza, M5S e Lega, sono contrari.

Le nuove norme Ue sono basate sul compromesso raggiunto lo scorso febbraio 2019 con il Consiglio Europeo, che ha smussato numerosi angoli (ad esempio ha eliminato la cosiddetta tassa sui link). Dovrebbero consentire ai creatori di contenuti e di notizie originali e agli editori che hanno il legittimo diritto di pubblicazione di ottenere un più equo compenso dai giganti del web che veicolano quei contenuti ricavandone profitti pubblicitari e di altro genere. Il principio è accettato più o meno da tutti.

Ma rimangono forti dubbi sull’efficacia delle norme e delle procedure di filtraggio dei contenuti, affidate a filtri elettronici basati sull’intelligenza artificiale. Filtri che secondo numerosi esperti non offrono sufficienti  

Garanzie di affidabilità, producono numerosi errori e perciò presumibilmente spingeranno le grandi piattaforme a bloccare molti più contenuti di quanti dovrebbero. Ciò, secondo le previsioni degli esperti, danneggerà soprattutto gli autori meno noti e gli editori più piccoli, creando un effetto paragonabile alla censura.

Ciò spiega perché la Federazione Europea dei giornalisti (EFJ) ha dato parere favorevole alla direttiva riservandosi di valutarne gli effetti nei prossimi due anni. Un atteggiamento simile ha assunto il Centro Europeo per la libertà di stampa e dei media di Lipsia (ECPMF) di cui Ossigeno per l’Informazione è socio fondatore. In proposito leggi l’articolo di Jane Whyatt


La FNSI un anno fa si era dichiarata favorevole alla formulazione di massima, d’accordo con la Federazione Europea dei Giornalisti

FNSI A FAVORE

CONTRARI SONO GOOGLE E WIKIPEDIA

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