Memory

Diteci dov’è sepolta Graziella De Palo. Appello da madre e fratello

La giornalista è scomparsa in Libano nel 1980 insieme al suo collega Italo Toni, durante una visita ai campi profughi del FPLP

Diteci, anche in forma anonima, dove è sepolta Graziella De Palo. Il 27 novembre 2017 il giornalista Massimo Numa su La Stampa (leggi) ha riferito questo appello formulato da Fabio De Palo, fratello della giornalista scomparsa in Libano il 2 settembre 1980 insieme al giornalista Italo Toni. Il 3 marzo 2018 il Tg2 ha trasmesso lo stesso appello formulato dalla madre, Renata Capotorti.

L’appello è rivolto alla Commissione Parlamentare che indaga sulla morte di Aldo Moro, affinché solleciti il palestinese Bassam Abu Sharif a rompere il silenzio. L’uomo è stato recentemente in Italia per testimoniare presso la Commissione, in merito al caso Moro. Per il ruolo di collaboratore di Yasser Arafat che ricopriva all’epoca della scomparsa, scrive La Stampa, potrebbe sapere qualcosa. Secondo le confidenze di ex agente del Sismi, all’epoca alle dipendenze del colonnello Stefano Giovannone, i Servizi di intelligence italiani sarebbero a conoscenza del luogo esatto dove i corpi di Graziella De Palo e Italo Toni sono stati seppelliti, dopo essere stati assassinati, nel corso di una visita ai campi di addestramento dei guerriglieri del FPLP in Libano.

Il 3 marzo 2018 , Renata Capotorti, madre della giornalista Graziella De Palo, nel corso del Tg2 delle 20.30 ha lanciato il seguente appello:

Sono la madre di Graziella De Palo, la giovane giornalista di 24 anni scomparsa nel lontano 1980 a Beirut, insieme al suo collega Italo Toni.

La magistratura accertò a suo tempo che una fazione dell’Olp era stata responsabile del rapimento e della conseguente uccisione dei due giornalisti e che funzionari deviati dei servizi segreti italiani avevano depistato le ricerche operate in Libano dalla nostra ambasciata.

Ho inutilmente lottato quasi quaranta anni, sola con i miei familiari, per avere giustizia e conoscere i nomi degli esecutori materiali dell’omicidio.

Recenti dichiarazioni – raccolte da stampa nazionale – confermano ora che le nostre istituzioni acquisirono immediate certezze sui responsabili del rapimento, sul luogo di detenzione e su quello di successiva sepoltura dei cadaveri nei pressi di Beirut.

Si tratta di certezze che – per oscure ragioni di Stato – ci sono state crudelmente negate per tutto questo tempo infinito, così impedendo ogni possibile pacificazione del nostro dolore.

Tutti i nostri precedenti appelli pubblici per conoscere la verità non hanno infatti avuto mai risposta e ci hanno fatto sentire del tutto abbandonati da istituzioni che in altre vicende, non molto dissimili, hanno dimostrato ben altra presenza.

Mi rivolgo nuovamente oggi a queste istituzioni, con le poche energie che ancora conservo, perchè assumano ogni possibile ed urgente iniziativa per individuare il luogo a Beirut in cui ancora si trovano le spoglie della mia povera Graziella e per consentirmi almeno di piangere davanti alla sua tomba.

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