Ossigeno per l'Informazione segnala questo episodio riservandosi di acquisire ulteriori dettagli significativi prima di inserirlo tra le violazioni verificate

Violazioni probabili

Figlio di Salvini su moto acqua. Archiviazione per agenti contrari alle riprese video

Erano a processo per peculato d’uso e violenza privata per aver insistito con il cronista Valerio Lo Muzio perché smettesse di filmare 

OSSIGENO 17 maggio 2021 – Il gip di Ravenna Corrado Schiaretti il 7 maggio 2021 ha disposto l’archiviazione per i tre poliziotti della scorta di Matteo Salvini che il 30 luglio 2019 vedi, a Milano Marittima (RA), tentarono di convincere il video-maker Valerio Lo Muzio di ‘Repubblica’, a interrompere le riprese del figlio dell’allora ministro dell’Interno in sella ad una moto d’acqua della polizia. La Procura aveva chiesto l’archiviazione per il peculato d’uso e la violenza privata contro il giornalista per tenuità del fatto. Il gip ha utilizzato la formula “il fatto non sussiste”, cioè la formula piena.

I FATTI – Nell’estate di tre anni fa il giornalista Valerio Lo Muzio, di cui Ossigeno ha riferito per altre vicende (leggi), si trovava sulla spiaggia del Papeete Beach di Milano Marittima, noto locale sul lungomare frequentato da Matteo Salvini. Stava filmando il figlio del ministro a bordo di una moto d’acqua della polizia. Con l’aiuto di un poliziotto che gliene aveva spiegato il funzionamento, aveva fatto un breve giro sul mezzo. Le riprese furono interrotte dall’intervento di tre agenti della scorta dell’allora ministro dell’Interno, che gli chiesero i documenti e lo invitarono a desistere. Lo Muzio si qualificò e proseguì con le riprese.

L’ARCHIVIAZIONE – Il gip ha ritenuto che se anche da parte dei poliziotti ci fu “una pressante, irrequieta e perfino irritante richiesta di ‘collaborazione’ (in realtà di comprensione per la loro scomoda posizione)” , la loro condotta non fu violenta e non commisero reato contro la persona. La loro richiesta non era ‘illegittima’, ed è stata comunque “legittimamente respinta dal reporter” che ha potuto acquisire le immagini che voleva ottenere. “Dalla competizione – aggiunge il gip – è quindi “uscito vincente il giornalista (… ) perché se voleva documentare che il figlio del Ministro dell’Interno era salito su una moto d’acqua della Polizia di Stato (…) effettuando anche qualche minuto di navigazione, ha raggiunto egregiamente il proprio obiettivo professionale. E le immagini acquisite ne sono evidente testimonianza”. LT

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