Libertà di stampa

Giornalisti minacciati. Esce dal buio il caso di Marilù Mastrogiovanni

“Le Iene – Inside” ha ricostruito in tv la storia della direttrice del “Tacco d’Italia”, che ha dovuto lasciare la sua città natale

OSSIGENO 8 maggio 2025 – Nei giorni scorsi la storia di Marilù (Maria Luisa) Matrogiovanni, la giornalista pugliese colpita da numerose querele temerarie, minacce, avvertimenti e attentati fisici, come ha documentato da anni Ossigeno (vedi), ha avuto nuovamente visibilità in tv, come dovrebbero averla tutte le vicende analoghe di intimidazioni e abusi legali pretestuosi contro i giornalisti, che invece non ne anno alcuna o ne hanno qualche briciola solo per qualche attimo.

Nella puntata del 27 aprile 2025 de “Le Iene – Inside”, dedicato alla mafia in Puglia, i giornalisti Giulio Golia e Francesca De Stefano, affiancati nel commento da Luca Pernice (Corriere della Sera) e Giuliano Foschini (La Repubblica), hanno riproposto la vicenda della direttrice de “Il Tacco d’Italia” che per aver raccontato, tra le altre cose, i rapporti tra il clan Montedoro-Potenza della Sacra Corona Unita e alcuni amministratori locali della sua città d’origine, Casarano (LE), tra cui l’ex sindaco Gianni Stefano, ha subito minacce, intimidazioni e numerose querele per diffamazione. La maggior parte di queste querele si sono dimostrate infondate e sono già state archiviate o risolte con l’assoluzione. Recentemente, il 6 marzo 2025, si sono svolti altri due processi scaturiti da altrettante querele per diffamazione presentate contro Marilù Matrogiovanni, nel 2017 e nel 2018, per contestare alcuni articoli perché contengono elementi tratti da ordinanze e documenti relativi a operazioni di polizia giudiziaria.

L’ISOLAMENTO – Come ricordato nel servizio di Italia 1, una campagna di delegittimazione pubblica ha accompagnato le minacce subite da Marilù Mastrogiovanni, che per questo, qualche anno fa, ha deciso di lasciare la città in cui è nata. La giornalista, per aver semplicemente esercitato legittimamente il diritto di cercare e pubblicare notizie su fatti di pubblico interesse, è diventata bersaglio ed stata isolata, considerata un nemico da parte dell’amministrazione pubblica che ha criticato e che non ha riconosciuto il legittimo esercizio della libertà di informazione. Ossigeno, nell’ambito dell’attività di monitoraggio di queste vicende, ha potuto constatare che questa dinamica è da tempo ricorrente nel manifestarsi di questo fenomeno con cui si limita  arbitrariamente la libertà di stampa e di espressione. Un fenomeno ormai endemico in Italia (approfondisci nell’articolo In Italia piove sul bagnato).

Ossigeno per l’informazione, che da qualche anno si vanta di avere questa giornalista fra i suoi soci, le rinnova la solidarietà e continua a dare visibilità alle vicende di cui è vittima, perché la visibilità è uno scudo che protegge le vittime di minacce e intimidazioni aiutandole e uscire dall’isolamento e a trovare solidrietà. GPA

Leggi anche: Mafia in Puglia, la liberazione passa dalla libertà di stampa

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