Formazione

Il bilanciamento dei diritti tra diffamazione e libertà di espressione

L’avvocato David Terracina (Tor Vergata): no al carcere per giornalisti, ma depenalizzare è un segnale fuorviante

OSSIGENO 19 marzo 2021 – “Sono assolutamente contrario al carcere, e non solo per i giornalisti. Ma depenalizzare il reato di diffamazione trasmette il segnale che il fatto sia lecito, se non costituisce reato. E questo sarebbe fuorviante, perché la diffamazione è comunque un fatto illecito”. È l’opinione di David Terracina, avvocato e docente di Fondamenti di diritto dell’informazione all’Università Tor Vergata di Roma, esposta nel corso del secondo appuntamento del seminario dell’Università di Roma Tor Vergata in collaborazione con Ossigeno per l’Informazione e Ordine dei Giornalisti del Lazio su ‘Fake news e violazioni della libertà di stampa’.

Il secondo modulo del seminario ha approfondito il tema de ‘I limiti del diritto all’informazione’, con un dibattito sul reato di diffamazione per il quale, nell’ordinamento italiano, è ancora prevista la pena detentiva. “Dovremmo ragionare se punirlo solo con la pena pecuniaria, ma sarebbe in parte un controsenso – ha aggiunto Terracina – ben venga la depenalizzazione, ma questa deve essere accompagnata di strumenti di giustizia che abbiano comunque un’efficacia deterrente”.

Il docente ha anche spiegato che la Corte Costituzionale “contempla la detenzione solo nei casi di eccezionale gravità, come istigazione alla violenza o messaggi d’odio. Ma si tratta di casi eccezionali”, ha detto David Terracina, aggiungendo poi che “per un giornalista il giudizio civile può essere molto peggio di quello penale, perché si vanno a toccare interessi economici in una categoria di soggetti che non ha disponibilità”.

Il dibattito è proseguito con gli interventi di Alberto Spampinato, direttore e il fondatore di Ossigeno per l’informazione, e Giuseppe F. Mennella, docente di deontologia della professione giornalistica, secondo il quale la questione giuridica da risolvere non è quella della depenalizzazione ma solo la pena detentiva. “Anche la sanzione pecuniaria – ha aggiunto Mennella- dovrebbe essere proporzionata. Ma per attuare queste norme bisognerebbe avere un legislatore all’altezza culturale delle questioni di cui discutiamo”.

CA

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